È un Roberto speranza carico e deciso quello che, a 4 giorni dal battesimo ufficiale della nuova sinistra, previsto a Roma, rilascia un’intervista al blog Strisciarossa per chiarire definitivamente lo stato dei rapporti con il Pd, il partito abbandonato da lui, Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema per dare vita a Mdp. Per prima cosa definisce il segretario Dem, Matteo Renzi, come qualcosa di “passato”. Poi, elenca i punti principali del programma della lista unitaria di sinistra, dice di ispirarsi alle politiche del progressista britannico Jeremy Corbin, ma prende tempo sulla conferma del nome di Pietro Grasso come nuovo leader della sinistra antirenziana.
Intanto, il renzianissimo senatore Stefano Esposito, mettendo a confronto due suoi tweet (uno del 2014 e uno recente) lo accusa di ipocrisia per aver cambiato idea su Jobs Act e articolo 18.
Renzi rappresenta il ‘passato’
Per comprendere appieno il senso dell’intervista rilasciata da Roberto Speranza al blog Strisciarossa bisogna partire dall’ultima domanda. Alla richiesta di spiegazioni da parte dell’intervistatore, Pietro Spataro, sul perché non abbia mai pronunciato il nome di Renzi, il leader di Mdp risponde causticamente di volersi occupare del futuro e non del passato, rappresentato evidentemente dal segretario del suo ex partito. La rottamazione di Renzi, in pratica, sarebbe fallita perché, dopo aver cambiato solo “qualche volto”, ha proposto politiche di destra come quelle che hanno fatto esplodere le disuguaglianze sociali.
La rottura tra Pd e Mdp avvenuta da tempo
Chiarito questo punto, Speranza passa a spiegare i motivi dell’avvenuta “rottura” a sinistra tra Pd e scissionisti di Mdp, Possibile e Sinistra Italiana. Una rottura che, a suo modo di vedere, si sarebbe verificata nella società italiana ben prima della scissione vera e propria dei bersaniani.
E i temi del contendere sono quelli della scuola, del lavoro, dell’ambiente, della lotta alle disuguaglianze e del fisco. Politiche portate avanti dal Pd che ora Speranza qualifica sprezzantemente come parti di una “agenda fallimentare” che ora lui e i suoi compagni vorrebbero “cambiare radicalmente”.
Speranza ignora Fassino
Sintomatico dei rapporti a dir poco tesi tra Pd e resto della sinistra è il giudizio dato sul ruolo di ‘pontiere’ svolto da Piero Fassino negli ultimi giorni.
I Dem, a detta di Speranza, sarebbero solo alla ricerca di qualche “lista civetta” al fine di contrastare gli effetti nefasti (ovvero la resurrezione del centrodestra berlusconiano) della nuova legge elettorale targata Ettore Rosato. Ma il ritorno di Berlusconi e il boom del M5S, secondo Speranza, sono solo la conseguenza degli errori compiuti a sinistra negli ultimi anni.