Questo lunedì 15 gennaio 2018 il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, esponente del Pd, è intervenuto nella trasmissione "Otto e Mezzo" di La7, dove è stato intervistato da parte della conduttrice Lilli Gruber e incalzato dal critico d'arte Tomaso Montanari, su numerose questioni di attualità politica. Ecco le parti principali di quello che ha detto.

Franceschini: 'Su cultura in 5 anni aumentati stanziamenti e visitatori dei musei'

Franceschini ha iniziato parlando di temi culturali: "Ho lavorato 4 anni per fare delle riforme profonde: d'altronde se le riforme sono vere si trovano resistenze, mentre se sono finte si trovano applausi.

Una delle cose di cui vado più fiero è la riforma della Tutela, prima c'erano tre distinti enti che si occupavano dello stesso immobile, con tre distinte domande e con pareri discordanti; oggi abbiamo invece Soprintendenze uniche con enormi semplificazioni per i cittadini".

Poi Dario Franceschini ha aggiunto: "Sono stato io a chiedere di fare il ministro dei Beni Culturali perché da anni soffrivo a vedere questo settore con pesanti tagli, che proseguivano da dieci anni, nel pieno della vulgata 'Con la cultura non si mangia'. La politica spesso ha ritenuto questo un ministero marginale, io l'ho scelto per passione e mi sono impegnato per far aumentare gli stanziamenti del 58%. In particolare riguardo alla tutela del patrimonio ho trovato in bilancio circa 50 milioni di euro, mentre oggi ci sono risorse per 3 miliardi.

Inoltre musei dello Stato sono passati da 38 milioni di visitatori a 50, il tutto in un contesto europeo di diminuzione delle presenze: tali aumenti non sono solo grazie ai turisti stranieri ma anche e soprattutto alle famiglie italiane, che ad esempio hanno accolto con entusiasmo le domeniche gratuite ai musei".

Franceschini: 'Rancore e miopia della sinistra possono far vincere Grillo o la destra: italiani siano ragionevoli'

Passando a temi più strettamente politici, Franceschini si è soffermato sulle divisioni nel centrosinistra: "Per me si tratta di una ferita non ancora rimarginata, quella della sinistra italiana è una storia di divisioni.

Molti italiani forse non hanno ancora capito che ci troveremo a votare con un sistema elettorale che divide l'Italia in collegi uninominali, quindi per esempio una città elegge un deputato e un senatore: vince solo chi arriva primo. L'alleanza con la sinistra è stata impedita dall'incapacità di andare oltre ai contrasti e agli attriti. Una parte della sinistra italiana non condivide la leadership di Renzi, ma lui è stato scelto democraticamente nelle primarie del PD. Se invece guardiamo la destra vediamo che Salvini e Berlusconi hanno idee diverse su quasi tutti i temi ,però poi trovano un terreno comune ed esprimono candidati unici nei collegi. Per noi non è stato possibile, le abbiamo provate tutte per evitare questa cosa dopo la legge elettorale, ma è prevalsa l'ostilità nei confronti del PD e di Renzi, così ci saranno dei candidati a sinistra che indipendentemente dalla percentuale che avranno non avranno nessuna possibilità di vincere il collegio, ma rischieranno di farlo perdere al PD e di farlo vincere a Grillo o alla destra: ha prevalso la miopia e il rancore".

Poi Franceschini ha proseguito: "Di fronte a un candidato presidente di Regione in Lombardia che parla di 'razza bianca', cosa terribile e drammatica, avrebbe senso che persone democratiche che sono state nello stesso partito si mettano assieme per far vincere invece un candidato progressista. In questo momento c'è molto bisogno che gli italiani usino la ragionevolezza, c'è un problema: qui si tratta di governare un paese, che è una cosa complessa e difficile. Non ci si può improvvisare. Bene o male, condivisibile o meno, il PD è in grado di mettere in campo una classe dirigente che ha governato e fatto riforme. Di fronte abbiamo un ragazzo che è stato eletto vicepresidente della Camera anche coi nostri voti, senza nessuna esperienza professionale o politica, che si candida a governare il paese: poi succede come la Raggi a Roma, se non sei preparato, non hai fatto gavetta e non hai un patrimonio di valori e formazione come fai a candidarti?

Dall'altra parte c'è Salvini, che esprime candidati che parlano di 'razza bianca' e Berlusconi. Mi pare che gli italiani, siccome non c'è più il voto di appartenenza e di ideologia, devono guardare a chi affidano il futuro del paese e dei propri figli".

Duro attacco di Dario Franceschini al Movimento 5 Stelle

Infine riguardo al M5S, Franceschini ha detto: "A parte il voler abbattere, non si è capito che cosa vogliano costruire, non c'è traccia di programmi. Hanno già dimostrato dove governano che cosa sono in grado di fare, vedi Roma e Torino. Mi dispiace che Grasso si presti a fare loro aperture, solo per rubarsi qualche elettore a vicenda. In Italia e in tutto l'occidente le divisioni sono crescenti, c'è rabbia sociale e a volte il voto è un moto per esprimere arrabbiatura: ma l'hanno già fatto nel 2013 quando il M5S prese il M5S.

Però adesso anche loro sono un partito come gli altri, governano le grandi città, hanno scontri, componenti e correnti interne: sono un partito come gli altri. Per questo dico che il futuro dei propri figli e delle proprie città va affidato a gente in grado di affrontare i problemi, non a chi sa solo gridare: è molto facile gridare contro i problemi, più difficile è risolverli".