Come stabilito nel 2010 dall’Autorità per le comunicazioni, nei quindici giorni precedenti alle consultazioni elettorali nessuna nuova percentuale sulle intenzioni di voto degli italiani potrà essere pubblicata e diffusa. Pertanto, in vista delle elezioni del 4 marzo 2018, dal 17 febbraio stop ai sondaggi politici elettorali e voce dunque solo ai programmi e alle proposte. Anche se i partiti continueranno comunque a commissionare fino all’ultimo ricerche e qualcosa in ogni caso salterà fuori.

Provando a fare un quadro della situazione in base ai dati emersi negli ultimi mesi dalle ricerche dei principali istituti di sondaggio (Demos, Ipsos , Piepoli, Swg) pubblicati dai maggiori quotidiani nazionali (La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Sole 24), il vero argomento che emerge e tale resta a due settimane dal voto è l’assenza di maggioranze certe.

Elezioni 2018, maggioranza cercasi

Nessuna coalizione o partito riuscirebbe infatti a raggiungere l'autosufficienza, che si otterrebbe con il superamento del 40% necessario per far scattare il premio di maggioranza. Solo il centrodestra sembra avere qualche possibilità in più di raggiungere la maggioranza di seggi alla Camera (316). La coalizione che raggruppa Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l'Italia arriverebbe infatti a circa 280 seggi, che sarebbero comunque una trentina in meno dei necessari.

Uno stallo dunque, che rischia di rendere ingovernabile il Paese, se non passando per le larghe o larghissime intese che ad oggi tutti i partiti maggiori escludono, ma siamo in campagna elettorale e i leader non potrebbero dire altrimenti.

Mentre dal 5 marzo la realtà potrebbe essere ben diversa e d’altra parte la nuova legge elettorale italiana, il cosiddetto Rosatellum bis, un sistema misto proporzionale e maggioritario approvato lo scorso novembre con l'appoggio di Pd, Forza Italia, Lega e Alternativa Popolare, sembra fatta apposta per impedire al Movimento Cinque Stelle di governare anche al prezzo dell’ingovernabilità.

I bisogni degli italiani e le promesse dei partiti: due mondi che non si toccano

In questo quadro, nonostante le affermazioni degli esponenti dei partiti, sembra davvero difficile ipotizzare un esecutivo senza le larghe intese, sulle quali, magari definendole come intese per un possibile governo di unità nazionale, pare arrivino inoltre già le prime aperture.

In realtà la partita elettorale potrebbero essere decisa dalla larga schiera di indecisi e di possibili astensionisti, con quest’ultimi che sarebbero addirittura circa un terzo secondo le ultime indagine condotte prima dello stop elettorale. Nonostante ciò, non c’è partito che si domandi cosa si può mettere sul terreno con realismo per smuovere questa maggioranza silenziosa e preoccupata. Si vota tra le attese e i bisogni degli italiani, lavoro in primis, e le promesse di partiti e leader: due mondi che non si toccano.