A due settimane dal voto, la campagna elettorale entra nella fase più calda. Per il Movimento 5 Stelle è un momento particolarmente teso, il caso dei falsi rimborsi sta riempendo pagine di giornali, in maniera oggettivamente pretestuosa. Alla fine è stato violato un regolamento interno al Movimento ed i responsabili, uno dopo l'altro, vengono messi alla porta. Occore precisare, e non sono stati in tanti a farlo, che non è stato commesso alcun reato. Ma ogni debolezza, vera o presunta, presta inevitabilmente il fianco agli avversari politici. Luigi Di Maio è consapevole che il caso 'rimborsopoli' non è comunque un toccasana ad appena due settimane dalle Elezioni politiche.

Motivo per cui il candidato premier pentastellato è partito al contrattacco come un panzer. Stavolta il fianco scoperto è quello del PD, relativamente al caso di Roberto De Luca. L'assessore al bilancio del Comune di Salerno, figlio del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, risulta indagato nell'inchiesta sugli appalti per lo smaltimento dei rifiuti aperta dalla Procura di Napoli.

Assalto frontale

Nel corso di un appuntamento elettorale a Genova, pertanto, il leader del M5S è stato durissimo. "Vi mostro il volto degli assassini politici della mia gente - ha detto Di Maio, indicano De Luca jr. in un video trasmesso sullo schermo - e voglio dirvi che quando saremo al governo renderemo più dura la legge Severino, troppo morbida per i criminali politici".

Il candidato premier del M5S ha rincarato la dose, indicando nei politici del PD e di Forza Italia i responsabili dell'inquinamento nella terra dei fuochi. "Fanno affari con la criminalità organizzata - ha sottolineato - che quando interra i rifiuti non sappiamo ancora quanta gente ucciderà. Questa gente prende tangenti per dare appalti sulla gestione dei rifiuti tossici, le aziende non li smaltiscono in modo lecito.

I nostri figli ne pagheranno le conseguenze. Quando li votate - ha aggiunto - fate del male a voi stessi".

La solidarietà ai cronisti di Fanpage

Il video trasmesso a Genova è quello realizzato da Fanpage.it. Un'inchiesta piuttosto audace condotta dalla testata edita da Ciaopeople in cui un ex boss dei rifiuti è stato dotato di una telecamera nascosta e mandato in giro per l'Italia ad incontrare industriali e politici.

Audace, pericolosa e poco ortodossa secondo la Procura di Napoli, se consideriamo che anche il direttore di Fanpage, Francesco Piccinini, ed il videoreporter Sacha Biazzo sono finiti nel registro degli indagati. La redazione di Fanpage è stata oggetto di una perquisizione. "Sembra chiaro che non abbiamo preso soldi o smaltito rifiuti - ha detto Piccinini - e che abbiamo fatto tutto nell'ambito di un'inchiesta giornalistica". Immediata la solidarietà della Federazione Nazionale della stampa, ma anche quella di Luigi Di Maio testimoniata in un tweet. "Renzi come Erdogan. I giornalisti di Fanpage indagati perché scoprono la corruzione del suo partito e lui dice che devono dimostrare la loro innocenza.

Vergogna!". Il riferimento è all'intervista che l'ex premier ha rilasciato a Fanpage in cui veniva sottolineato ai cronisti "il diritto ed il dovere di mostrare la vostra innocenza, come faranno gli altri indagati".

'Il governo passa da noi'

Luigi Di Maio ha ovviamente fatto riferimento al voto del 4 marzo, definendolo una scelta di campo. "Il governo passa da noi che siamo sopra il 30 per cento, crediamo che tra due settimane si decida il destino dell'Italia e la scelta è tra coloro che hanno già governato ed il M5S". Da qui la frecciata a Renzi e Berlusconi. "Oggi sono terrorizzati, dopo aver fatto una legge elettorale per mettere insieme PD e Forza Italia subito dopo il voto. Allora raggiungevano teoricamente il 51 %, adesso il PD è destinato a scendere sotto il 20 e Forza Italia è al 15 %. L'inciucio non sarà sufficiente per governare".