La puntata del 3 febbraio del talk show di La7, Otto e Mezzo, ha visto come ospite giorgia meloni. La leader di Fratelli d’Italia, intervistata dalla ‘padrona di casa’, Lilly Gruber, e dal giornalista Pino Corrias, ha esposto il programma del suo partito, e della coalizione di centrodestra a cui appartiene, soffermandosi soprattutto sui temi a lei più cari: la difesa degli italiani e dei loro diritti. In particolare, hanno destato scalpore le opinioni espresse dalla Meloni in merito al caso dei Braccialetti elettronici brevettati dal colosso dell’e-commerce mondiale amazon.

Parlando della multinazionale di Jeff Bezos, Giorgia Meloni ha ritirato completamente fuori l’anima della destra sociale che è in lei. Parole di fuoco quelle pronunciate dalla pasionaria di destra contro Amazon, molto simili alle parole d’ordine anticapitaliste, contro la globalizzazione e contrarie allo sfruttamento dei lavoratori, tipiche dell’estrema sinistra, ma condite con il nazionalismo e la difesa dei popoli (in questo caso quello italiano), marchio di fabbrica della destra. Ma vediamo quali sono state le sue dichiarazioni.

Giorgia Meloni contro la globalizzazione incontrollata

“Le chiediamo un’opinione sul caso dei braccialetti elettronici di Amazon, che per il momento non ci sono, non esistono - domanda Lilly Gruber - ma il dibattito si è comunque scatenato.

Di Maio per esempio ha accusato Renzi e il Jobs Act di essere responsabili, il ministro Calenda ha detto che in Italia comunque sarebbe vietato introdurre un marchingegno di questo genere per controllare i lavoratori, lei cosa ne pensa?”. “Penso che non sia peregrino questo dibattito - risponde prontamente la Meloni - perché racconta una cosa con la quale purtroppo noi ci confrontiamo che è lo strapotere della globalizzazione incontrollata, che è lo strapotere che stanno assumendo alcune multinazionali nel mercato mondiale e anche nella quotidianità dei lavoratori.

Non è lo strapotere delle tecnologie, perché quando tu prendi e metti un braccialetto elettronico a un tuo dipendente per controllare il lavoro che fa non stai andando avanti, stai tornando alle piantagioni di cotone, è una cosa molto diversa dalla tecnologia e dalla modernità. E io non ci voglio stare in un mondo così. Non ci voglio stare in un mondo dove ci sono questi grandi gruppi, di grandi capitali, che non hanno volto, che non si sa chi siano, hanno solo dietro dei non meglio noti investitori che trattano le persone come se fossero bestie”.

‘Non comprate su Amazon’

“Io non ci voglio stare, non è il mio modello - prosegue poi concitata Giorgia Meloni - il mio modello è la partecipazione dei lavoratori agli utili di impresa e costruire anzi nell’Italia di oggi una società nella quale si sa che il datore di lavoro e il lavoratore sono persone esposte alle stesse intemperie della globalizzazione e del mercato, che quindi devono darsi una mano. Quindi il mio modello è totalmente opposto (a quello proposto da Amazon ndr), è un modello centrato sulla persona, non un modello centrato sui soldi, non il modello centrato sulla grande speculazione finanziaria. Io dico agli italiani ‘non comprate su Amazon’, perché la nostra pigrizia può costarci cara.

Andate al negozio a difendere la categoria del piccolo commercio, che è una categoria particolarmente vessata, massacrata e abbandonata. Andate a comprare al dettaglio, aiutate le persone normali che hanno un volto mentre vi vendono quello che state comprando. Questo fa la differenza”.

‘Immigrazione incontrollata strumento in mano al grande capitale’

“Mi permetto di dire che sarà forse difficile che la maggioranza degli italiani la ascolterà, soprattutto nel medio-lungo periodo”, chiosa la Gruber facendo riferimento alla direzione che sta prendendo il cosiddetto ‘progresso’. “Potrebbero pentirsene, anche perché non sempre si compra a meno su Amazon. Si compra più comodamente, questo è sicuro”, ribatte decisa la Meloni.

“L’uomo - conclude - non deve trasformarsi in uno strumento in mano alla tecnologia, perché dovrebbe essere il contrario. E anche l’immigrazione incontrollata è uno strumento in mano al grande capitale per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori. C’è un tentativo di togliere alle persone anche la loro identità, le loro radici, non è un caso che la grande finanza internazionale sia schierata contro l’esistenza degli Stati nazionali, l’esistenza dell’identità. Serve che le persone non abbiano una storia, perché così è facile renderle schiave”.