E’ stato presentato a Bologna il programma elettorale del Partito Democratico in vista delle prossime Elezioni politiche del 4 marzo. Cento pagine, ridotte a quindici nella versione sintetica, per illustrare i progetti di Matteo Renzi per il Paese, partendo dalle cose già fatte nella legislazione che si avvia alla conclusione, per arrivare a proposte, definite nel corso della presentazione, ‘concrete, sostenibili e realizzabili’, con chiaro riferimento alla corsa alle promesse che ha dato il via alla campagna elettorale.
Tra queste proposte, quella che farà più discutere sarà, probabilmente, la ‘promessa’ di 240 euro al mese per i figli.
Assegno per i figli di 240 euro al mese
Nel corso della presentazione del programma elettorale del PD, svoltasi nella cornice dell’Opificio Golinelli di Bologna, il segretario Matteo Renzi ha lanciato la proposta di una detrazione Irpef di 240 euro al mese per i figli fino a 18 anni e 80 euro per i figli da 18 a 26 anni. La misura avrebbe carattere pressoché universale in quanto destinata a tutti, fino ad un limite di reddito di 100 mila euro l’anno, ed avrebbe un costo stimato di 9 miliardi di euro. Sempre in tema di sostegno alla famiglia, il programma democratico prevede la sostituzione dei vari bonus e voucher per nido e baby sitter attualmente in vigore con un unico strumento che, con una spesa per le casse dello Stato di 1,1 miliardi, dovrebbe consentire di erogare un assegno di 400 euro al mese per ogni figlio fino al compimento del terzo anno di età.
Anche sconti fiscali e treni gratis nel programma elettorale del PD
Oltre alle misure di sostegno alla famiglia, una parte importante nel programma renziano è rivestito dalle politiche fiscali e del lavoro. Queste ultime, in particolare, sembrano voler apportare correttivi agli effetti del Jobs Act, cavallo di battaglia del governo Renzi, anche se, ovviamente, la circostanza non viene minimamente affrontata nel corso della presentazione.
Nello specifico, si propone di introdurre una ‘buonuscita compensatoria’ per i titolari di contratti di lavoro a tempo determinato non stabilizzati ed una tessera ferroviaria con la quale i lavoratori licenziati potranno circolare gratuitamente sui treni. Più in generale, in caso di vittoria, il PD promette una riduzione del costo del lavoro con un taglio dei contributi dal 33 al 29 per cento.
Per quanto riguarda le politiche fiscali, viene fissato a 30 miliardi l’obiettivo di recupero dell’evasione grazie anche all’introduzione di meccanismi premianti per chi paga regolarmente le tasse (si pensa ad una tessera a punti) e alla valorizzazione del contrasto di interesse che dovrebbe spingere i cittadini a richiedere sempre l’emissione di scontrini e fatture da portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi.