A meno di un mese dalle Elezioni politiche è un caso spinoso per il Movimento 5 Stelle. Venire a conoscenza di esponenti che hanno effettuato falsi bonifici al fondo del microcredito che, di fatto, è sempre stato uno dei cavalli di battaglia pentastellati, non è certamente il miglior viatico verso le urne del 4 marzo per Luigi Di Maio. Il quale, ad onor del vero, preso atto di un problema che supera addirittura le prime cifre prospettate dalla stampa, ha avviato una serie di verifiche. I vertici del M5S hanno chiesto ufficialmente al ministero dell'Economia l'accesso agli atti per avere l'elenco completo dei portavoce che hanno effettuato i versamenti negli ultimi cinque anni.
"Trovo le mele marce e le metto fuori", ha sottolineato Di Maio aggiungendo di non conoscere ancora tutti i nomi. "Da noi questa gente viene espulsa, gli altri li fanno ministri", ha detto ancora il candidato premier in risposta alle critiche che sono arrivate dagli avversari politici, evidenziando che la vera notizia sarebbe "la restituzione di 23,1 milioni di euro di stipendi che hanno fatto partire imprese e lavoratori".
Un ammanco vicino al milione di euro
Inizialmente gli organi di stampa avevano indicato in oltre 226 mila euro il citato ammanco dei rimborsi. Secondo le prime verifiche a cura del Movimento si va, invece, oltre gli 850 mila euro. Al momento sono due i parlamentari espulsi: Andrea Cecconi e Carlo Martelli.
Maurizio Buccarella ha invece 'confessato' di aver revocato due bonifici, annunciando la sua autosospensione. Il caso era esploso negli ultimi giorni, anticipato da Repubblica e poi ripreso anche da 'Le Iene'. Sulla questione è intervenuto anche Alessandro Di Battista che, come noto, pur proseguendo la sua campagna elettorale a sostegno dei colleghi in lista, ha annunciato da tempo la sua rinuncia al seggio.
Intervistato da Paolo Liguori, l'ex parlamentare ha sottolineato che "solo il M5S restituisce metà dello stipendio e se qualcuno ha dichiarato il falso, deve essere espulso anche se non ha commesso alcun reato. Ma in ogni caso - ha aggiunto - non accettiamo lezioni morali da sanguisughe che non si sono mai tolte un euro".