Una piazza gremita di persone con bandiere tricolori e di casapound dove si sono date appuntamento circa un migliaio di persone per assistere al comizio di chiusura della campagna elettorale di Cpi. Al centro del programma della tartaruga frecciata l'uscita dall'Euro, dall'Europa e il ritorno a fare figli per contrastare la decrescita demografica.

L'apertura del comizio

simone di stefano, leader del partito e candidato alle prossime elezioni, viene accolto da molti applausi e con le sue prime parole esprime la solidarietà e vicinanza al militante di Casapound aggredito a bastonate la notte scorsa a Livorno.

Ribadendo che il movimento non si lascerà trasportare nella spirale di violenza e che la loro visione è rivolta al futuro e non al passato, con fine di creare uno stato sociale. Fin da subito Di Stefano comincia a parlare degli altri schieramenti politici, accusando sia il centrosinistra che il centrodestra, complici a dire di Cpi di aver portato il Paese nel baratro; lo ius soli, dice Di Stefano, è sparito dalla campagna elettorale del centrosinistra perché sapevano di farsi un autogol inserendolo nel programma. Riguardo il centrodestra e a Salvini in particolare, Di Stefano, li incolpa di essersi venduti a Berlusconi.

Infine riguardo i 5 Stelle Di Stefano è categorico, si sono venduti ai poteri forti internazionali, "Di Maio è volato a Londra per rassicurare gli investitori stranieri".

Il leader di Cpi fa anche una previsione: l'Italia non avrà alcun governo stabile, in quanto la legge elettorale attuale lo impedisce. Dunque, per Di Stefano, il nostro Paese vedrà sorgere l'ennesimo governo tecnico, anche peggiore di quello di Monti. "L'Italia sta andando verso il Terzo mondo" dice il segretario del movimento, "Noi dobbiamo garantire la possibilità ai giovani di comprare una casa, fare dei figli e ottenere un lavoro stabile, certo e ben pagato".

La conclusione del comizio

"Siamo ancora una nazione grande ma ce lo siamo dimenticato. Qualcuno viene pagato per creare un clima di terrore per farci dimenticare che invece siamo un grande popolo" dichiara Di Stefano, "Qui al pantheon oggi c'è la testimonianza più importante di ciò che i nostri antenati sono stati capaci di costruire, ciò che ha segnato la nostra civiltà.

Noi siamo eredi di chi ha costruito tutto ciò, per questo dobbiamo combattere". Le ultime parole il segretario di Cpi le spende contro i giornalisti che non si sono dimostrati così democratici: "Hanno paura di ciò che diciamo. Noi parliamo d'amore incondizionato per l'Italia e non siamo come ci ritraggono".