Un segnale importante alla minoranza interna e l’altro al Centrosinistra già schierato dietro i banchi dell’opposizione. Luigi Di Maio è pronto a sbrogliare la matassa delle presidenze delle Camere regalando lo scranno più alto di Montecitorio a Roberto Fico. Il capo del Movimento5Stelle è impegnato notte e giorno, gomito a gomito con Matteo Salvini, nel preparare il terreno fertile per un’alleanza con il Centrodestra in ottica governo. La scelta di Fico è una mossa intelligente quanto azzeccata: da una parte punta a riconoscere un ruolo di assoluto prestigio (la terza carica dello Stato) a un suo potenziale competitor interno anestetizzandolo; dall’altra fa l’occhiolino al fronte progressista che potrebbe votare il napoletano già dalle prime sessioni in aula.
Di Maio ha inteso bene che, per arrivare a Palazzo Chigi, concedere spazio agli avversari è divenuto cruciale. Persino l’ex Cavaliere, Silvio Berlusconi, sembra abbia apprezzato il dietrofront del capo politico grillino che ha tolto il suo veto sulla presidenza del Senato a Forza Italia. Da par sua Fico, forse, non si sarebbe mai immaginato di ritrovarsi al centro della prima grande trattativa del nuovo Parlamento. Dopo aver fatto emergere dissapori importanti, il presidente della Commissione di Vigilanza Rai è pronto a sotterrare l’ascia di guerra e a giurare fedeltà al prediletto di Casaleggio.