In un momento come questo, in cui fare bella figura davanti all’elettorato sembra lo scopo principale degli attori politici, abbiamo assistito a ogni sorta di trama e speculazione Politica. Appelli, rifiuti, aperture, fantapolitica, indiscrezioni giornalistiche, ragionamenti, nomi che difficilmente troveranno un seguito.

Il rapporto principale che circola per la formazione di un nuovo esecutivo, e che quasi sembra scontato, è quello tra i leghisti e i pentastellati, due tra le maggiori forze parlamentari, nonostante le problematiche dovute alla presenza di Forza Italia nella coalizione di centrodestra, i cui rapporti con il Movimento 5 Stelle sono notoriamente non idilliaci.

Allo stesso tempo resta alla finestra il Partito Democratico, sconfitto sì nelle urne e alle prese con problematiche interne, ma ‘tirato per la giacchetta’ da chi fa appello alle forze responsabili, magari per evitare da un lato un governo con i 5 Stelle e dall’altro un governo con la Lega.

Di Maio e Salvini, finito l’idillio?

Il governo è slegato dalle Camere. Lo avevano detto più volte e sembra proprio che stiano tenendo fede alla parola. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembrano un po’ più lontani, e il dialogo che li aveva accomunati negli scorsi giorni sembra far spazio a un muro contro muro.

Salvini vorrebbe partire da una maggioranza di centrodestra, con il programma che hanno presentato, e il Movimento potrebbe esserne attore.

Ma Di Maio insiste con “o io premier o morte”. Anche se i ben informati giurano che alla fine dovrà far un passo indietro e magari piegarsi a una figura terza; Salvini ha già dato un aut-aut annunciando cosà dirà a Mattarella, ovvero che la Lega e il centrodestra sono pronti. E che quindi spetterà agli altri dimostrare di essere quello che dicono e non solo dei venditori di fumo.

Il Movimento e il suo popolo dovranno prendere consapevolezza del ruolo che hanno acquisito e sia la Lega che i pentastellati sono davanti a un occasione che potrebbe rivelarsi irripetibile. Anche alla luce del fatto che i programmi dei due schieramenti potrebbero avere più punti in comune di quello che sembra.

L’appello ai responsabili

E come detto il PD sta a guardare. Gli appelli alle cosiddette forze responsabili si susseguono, forse dovrà intervenire il capo dello stato Sergio Mattarella per farli ragionare, probabilmente perdureranno per la loro strada anche perché finirebbero altrimenti per sconfessare se stessi. Potrebbe anche crearsi un caso similare al Nuovo Centrodestra, una scissione interna, ma anche qui ci si ritrova nello scenario della fantapolitica.