Anche se la pace sembra ritrovata sul nome di Maria Elisabetta Alberti Casellati, la rottura nel centrodestra tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi si consuma nel pomeriggio di venerdì 23 marzo. Sono circa le 15.00 quando il leader della Lega telefona all’ancora alleato Berlusconi per avvertirlo che l’ostinazione di Forza Italia sul nome di Paolo Romani come presidente del Senato potrebbe portare il M5S a rompere l’accordo con il centrodestra per votare un altro presidente, stavolta insieme al Pd. Forse Emma Bonino, oppure Luigi Zanda. Ma il Cavaliere decide di insistere su Romani provocando, poche ore dopo, alle 18.00, la virata leghista sul nome di un’altra forzista, Anna Maria Bernini.
Peccato che né la diretta interessata, né tantomeno Berlusconi, fossero stati avvertiti della mossa si Salvini che per Palazzo Grazioli rappresenta il segnale della rottura definitiva dell’alleanza di centrodestra. “Quello si è montato la testa, con lui ho chiuso”, avrebbe sentenziato Berlusconi. Ecco che, allora, parte il tradizionale linciaggio politico-mediatico riservato dai berlusconiani ai presunti ‘traditori’ di Arcore. “Farai la fine di Gianfranco Fini”, questa la velata minaccia pronunciata da alcuni colonnelli azzurri.
La previsione di Gasparri: ‘Salvini come Fini’
Il primo ad accostare apertamente il nome di Matteo Salvini, accusato di voler tradire Berlusconi per fare un governo con il M5S di Luigi Di Maio, a quello di Gianfranco Fini è il senatore Maurizio Gasparri.
L’ex colonnello del delfino di Almirante, all’epoca del Msi prima e di Alleanza Nazionale poi, parla di “vicenda memorabile”, in riferimento alla svolta salviniana. Secondo Gasparri, infatti, “chi rompe la coalizione paga sempre dazio”. Insomma, ne è convinto l’ex ministro delle Telecomunicazioni, “Matteo Salvini farà la fine di Gianfranco Fini e Angelino Alfano”.
Nome, quest’ultimo, finito nel dimenticatoio politico dopo essere arrivato ad un passo dalla successione a Berlusconi. Per quanto riguarda Fini, poi, come non ricordare la storica frase “Che fai mi cacci?”, pronunciata contro Berlusconi durante una infuocata direzione del Pdl il 22 aprile 2010. Tutti sanno che l’avventura politica del compagno di Elisabetta Tulliani fu poi spezzata dallo scandalo della casa di Montecarlo per il quale Fini è ancora indagato.
Andrea Cangini: ‘Matteo si ricordi Fini’
Un altro avvertimento contro il ‘traditore’ Salvini arriva dal neo eletto senatore di Forza Italia, Andrea Cangini, ex direttore del Quotidiano Nazionale. Secondo il giornalista, il muro alzato dal M5S contro il nome di Romani rappresenta solo un tentativo, andato a buon fine, di “separare Salvini da Berlusconi”. Cangini, però, si dice convinto che al leader della Lega convenga “restare nel perimetro del centrodestra” perché, aggiunge sibillino, “chi in passato ha provato a uscirne è finito male”. Cangini non pronuncia direttamente il nome di Fini, ma è chiaro che il paragone è quello. Inoltre, Salvini viene anche paragonato a Matteo Renzi, sopravvalutatosi troppo dopo il 40% ottenuto alle elezioni europee, ma finito anche lui a scontrarsi con gli alleati.