Nel centrodestra è in atto una guerra di posizione tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Si aprono nuovi scenari politici con la possibilità di un ritorno pilotato alle urne dopo l'approvazione di una nuova legge elettorale. Non sembra di questa idea il leader del Carroccio che apre al dialogo con Di Maio per un governo targato Lega-M5S. Il pentastellato ha rivendicato la presidenza della Camera dicendo "Siamo la prima forza del Paese".

La telefonata a Di Maio

Nella serata di ieri, la chiamata al leader del Movimento 5 Stelle. Un primo passo, quello fatto da Salvini, per rompere il ghiaccio e dare il via a una possibile alleanza in vista di un nuovo governo.

"Abbiamo concordato circa la necessità di confrontarci sulla presidenza delle Camere nel rispetto del voto dato dagli italiani lo scorso 4 marzo".

Subito dopo la chiamata a Di Maio, il capo della coalizione di centrodestra ha sentito Maurizio Martina e Pietro Grasso spiegando loro la necessità di rendere operativo il Parlamento al più presto. Il leader ha proseguito parlando del mandato datogli dalla coalizione nel sentire tutti i segretari per parlare della presidenza delle due Camere. Nessun legame tra organismi di garanzia e alleanze di governo. "Siamo aperti ad ogni possibilità futura, parleremo con tutti, un'unica restrizione: no a qualsiasi governo che abbia al centro Gentiloni, Boschi e Minniti".

Berlusconi dice no al M5s

Dopo l'apertura di Salvini ai Cinquestelle, arriva la dura presa di posizione da parte di Silvio Berlusconi, il quale avrebbe affermato: "Ho aperto la porta per cacciarli via". Una linea, quella del Cavaliere che sembra scontrarsi frontalmente con il dialogo aperto dalla Lega.

Dopo le elezioni, l'atteggiamento di Matteo Salvini sembra stia mutando nei confronti del Movimento 5 Stelle.

Il suo linguaggio sembra parlare sempre più di punti convergenti rispetto ad aspetti di divisione e lontananza tra le due forze. Inaspettatamente, in maniera quasi clamorosa, dalla Lega si fa sapere che Salvini avrebbe dato la propria parola al leader pentastellato sull'immediata abolizione di vitalizi e spese inutili.

"Chiunque venga al governo con noi deve impegnarsi ad abolire la legge Fornero, ad abbassare le tasse al 15% e a rendere l'Italia un Paese più federale. Noi non rivendichiamo nessuna presidenza del consiglio, noi parliamo di progetti". Questa la chiosa finale di Salvini.