Il molise esiste eccome. Le Elezioni regionali per l’elezione del governatore e 20 membri del Consiglio regionale è diventato uno specchio delle forze politiche a livello nazionale, decisive per la conformazione del nuovo governo.
Tutti si aspettavano un finale da fotografia, con un testa a testa tra la coalizione del centrodestra (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e il Movimento 5 Stelle, ma non è andata così. L’alleanza de partiti del centrodestra ha registrato un vantaggio con il 75 per cento delle schede. Il candidato della coalizione, Donato Toma, è al 44,6 per cento, seguito dal candidato del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco con il 37,2 per cento.
Un distacco non banale di più di sette punti. Molto più indietro è rimasto il candidato del centrosinistra, Carlo Veneziale, con il 16,9 per cento. Agostino Di Giacomo, candidato di Casapound Italia, è allo 0,35 per cento.
La parabola dei partiti
Per il M5S il risultato è molto al di sotto del voto delle elezioni politiche, dove aveva conquistato il 44 per cento dei molisani. Ma i pentastellati restano comunque il partito più votato in Molise, con oltre il 37 per cento del consenso. All’interno della coalizione del centrodestra, invece, è salito Forza Italia (almeno nei primi dati) con il 9,5 per cento mentre la Lega ha vinto l’8,2 per cento. Continua il crollo del Partito Democratico con il 10,4 per cento rispetto al 15,2 per cento delle politiche del 4 marzo.
Secondo Gianfranco Rotondi, segretario di Rivoluzione Cristiana, il voto in Molise è solo un anticipo di quello che succederà a breve in Italia. L’alleanza tra Forza Italia, Civiche, Popolari e Udc possono raddoppiare il risultato delle passate elezioni politiche. In un’intervista trasmessa da La7, Rotondi sostiene che “chi dice che Berlusconi ha paura delle elezioni?
Se Renzi è sull’Aventino, Salvini e Di Maio falliscono, chi dice che non raddoppierà i voti l’unico che apparirà responsabile, Silvio Berlusconi? Ricordate che ha preso il 14 per cento senza un solo comizio e senza neppure essere candidato".
Il calo dell’affluenza
Secondo gli ultimi dati, alla chiusura dei seggi alle 23 di domenica 22 aprile, in Molise hanno votato il 52,17 per cento degli elettori, registrando un calo molto più significativo rispetto alla tornata elettorale delle amministrative dell’anno 2013 e dello scorso 4 marzo.
In totale, circa 331.000 molisani (di cui 78.025 residente all’Aire) sono stati chiamati al voto per eleggere il successore del governatore Paolo Frattura.
Il Molise è la più piccola delle regioni del Molise con statuto ordinario. C’è anche una battuta che recita: “Il Molise non esiste”. Tuttavia, con queste elezioni regionali, si è fatta sentire nello scacchiere politico italiano. I risultati di ieri sono serviti da specchio per gli equilibri politici, a settimane dallo stallo per la formazione del nuovo governo. Tutti i leader politici nazionali, Matteo Salvini a Silvio Berlusconi e Luigi Di Maio, sono andati in Molise per fare (di persona) campagna elettorale.
Un governo per il cambiamento
Giovanni Toti, presidente della Liguria, ha detto in un programma di radio che spera ci siano “ancora tutte le vie aperte da percorrere, ma il tempo stringe. Auspicherei che i partiti si confrontassero sui programmi perché finora hanno giocato alle figurine e ai veti, una cosa insopportabile in democrazia. Vorrei non escludere la strada di un'intesa fra centrodestra e M5s, perché riflette il voto degli italiani alle urne".
Per il leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, il risultato del voto in Molise è la dimostrazione che una gran parte dell’Italia vuole archiviare la vecchia politica per dare spazio ad un governo del cambiamento. “Non intento lasciare questa petizione senza ascolto – ha detto Di Maio -. Voglio rimanere concentrato su questo obiettivo, con la fiducia di potere arrivare a dare agli italiani un governo che possa lavorare finalmente per i cittadini”.