Le elezioni del 4 marzo sono state probabilmente le più significative mai registrate finora, ha vinto il dissenso popolare e l'anticasta. Questo vuol dire che il movimento 5 stelle e la Lega sono risultati essere i due principali partiti della prossima legislatura, ma non avendo punti in comune sarà difficile mettersi d'accordo per formare un governo. Intanto al Colle già si sta pensando a una soluzione alternativa e transitoria, grazie alle Commissioni speciali.
Gentiloni in carica per gli affari correnti
Nonostante Gentiloni si sia dimesso ancora nessuno ha preso il suo posto, dunque rimane in carica per gestire gli affari correnti.
Grazie alle commissioni speciali, le quali saranno organizzate la prossima settimana a Montecitorio e Palazzo Madama e composte dai nuovi parlamentari appena eletti si approveranno le mozioni più urgenti. Una Commissione speciale ha chiamato al dovere 27 senatori per occuparsi di esaminare e approvare dei provvedimenti del governo precedente rimasti in coda. Anche in questo caso però nessuno ha la maggioranza e dunque, anche in questo caso, i partiti dovranno dilettarsi con i compromessi che quasi sicuramente diventeranno una prassi anche del prossimo governo. Sui tavoli delle Commissioni ci sono ben 19 atti del governo Gentiloni e il Def che attendono un parere da parte delle Commissioni.
Palazzo Chigi sta per preparare un provvedimento neutro, che rispetti i vincitori delle elezioni, sempre se Di Maio e salvini non vogliano inserirci la flat tax o il reddito di cittadinanza.
I tempi sono comunque stretti, il documento deve essere pubblicato entro il 10 di aprile. Tra i 19 decreti ce n'è qualcuno, come quello sul riordinamento delle carceri, che ha già attirato critiche e attenzioni da parte dei futuri governanti: Salvini lo ha già chiamato lo "svuotacarceri". Dello stesso avviso sono i 5 Stelle che hanno dichiarato che è meglio costruire nuove strutture piuttosto che svuotare quelle che ci sono.
Le difficoltà del nuovo governo
La commissione da sola può far ben poco per opporsi a questi decreti, in quanto la loro missione è soltanto di tipo consultivo. Le armi di Di Maio e Salvini per fermare decreti uscenti sono in realtà ben poche, il Parlamento al massimo potrebbe far tornare al mittente il documento come "eccesso di delega". Ma il vecchio Governo avrebbe poi comunque altri 30 giorni per chiarire le cose e proseguire con gli stessi decreti.