Questo, in politica, ha l'impressione di essere un momento in cui si gioca a carte coperte. Chiunque voglia governare dovrà fare i conti con una coperta corta che, per forza di cose, dovrà lasciare scoperto qualcosa.

Nelle ultime ore si parla in maniera insistente di intese fin troppo robuste tra la Lega e il Movimento 5 Stelle, al punto che ad un certo punto sembrava che lo strappo tra il partito di Salvini e Forza Italia potesse essere ormai diviso da una frattura irrimediabile. Gli ultimi sviluppi danno l'idea che le cose, per il momento, si siano ricomposte.

In attesa di una prossima puntata che potrebbe avvenire nei prossimi giorni.

Lega - M5S: i vincitori

In un modo o nell'altro Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono i veri vincitori delle politiche del 2018. Lo hanno ripetuto centinaia di persone e la cosa è tornata attuale non appena ci si è scontrati con il dato di fatto che le elezioni dei presidenti delle due Camere sarebbero dipesi dal loro andare d'accordo. La verità è che forse Lega e Movimento Cinque Stelle si assomigliano molto di più di quanto si pensi. Per entrambi il cavallo di battaglia, con più fortuna della "renziana memoria", è stato quello di proporsi come rottamatori di una classe politica lontana dal popolo e poco attenta a quanto avviene per le strade.

Le due campagne elettorali hanno dato ampia importanza al web e ai social, mentre gli altri si affannavano a occupare salotti televisivi da dove non potevano che partire messaggi anacronistici e destinati a fare poca breccia negli elettori. Il paradosso è che, al di là delle differenze concettuali e dei vincoli che Salvini ha con altri, entrambi potrebbero avere più convenienza ad allearsi con un altro "vincente" invece che affidarsi ad altre forze politiche bocciate (nei numeri) dalla tornata elettorale.

Certo resterebbe il problema di chi affidare il ruolo di premier, ma verrebbe in secondo piano.

Le somiglianze programmatiche

Lega e Movimento 5 Stelle hanno differenze radicate, ma anche un potenziale programma comune dettato da ciò che hanno presentato in campagna elettorale. Insomma, un'alleanza potrebbe accontentare tutti e due gli attori in gioco.

Entrambi i partiti infatti puntano su una nuova legge elettorale che comprenda un robusto e più chiaro premio di maggioranza e la guerra, per entrambi, è aperta nei confronti dei vitalizi e degli sprechi della politica. Un compromesso che renderebbe tutti gli altri comprimari, in attesa di tornare alle urne e giocarsi una nuova vittoria in quello che qualcuno ha già ribattezzato il derby della "Terza Repubblica". E tutti gli altri rischierebbero di essere condannati all'oblio.