Giovedì 3 maggio sì è svolta l'attesissima direzione del Pd che ha avuto inizio alle 15 nella sede romana del Nazareno. Spesso si era parlato del pericolo che il Pd potesse dividersi tra Renziani e non Renziani. ma i risultati sono stati ben diversi: il partito rimane unito, dice no al M5S e ad altre ipotesi di governo, ma sotto la cenere il fuoco non si è ancora spento.
Cosa ha detto il segretario reggente?
Si parla della sconfitta che il Pd ha raccolto il 4 marzo e Maurizio Martina spiega che non è stata colpa degli italiani che non hanno capito, ma al contrario, che il Pd non ha compreso i bisogni dei cittadini.
Dice che non si può ridurre tutto ad una campagna elettorale, agli slogan o ai programmi, anzi afferma che "bisogna rifondare la cultura e il pensiero di fondo". Per migliorare bisogna digerire la sconfitta, invece che dimenticarla, parla di basi solide, afferma di non volere un sostegno di facciata, bensì uno consapevole.
Parla dell'impossibilità di formare un governo con il centrodestra nella sua interezza, dice che il capitolo M5s è ormai chiuso e che è quindi più vivo il rischio di tornare al voto, cioè alle elezioni anticipate. Ad oggi non esiste ancora una maggioranza per un governo e le discussioni si prolungano, il capo dello stato Mattarella è esausto per questa situazione ma si deve rimandare tutto comunque a lunedì 7 maggio per avere notizie dal Quirinale, quindi è tutto nelle mani del Presidente della Repubblica.
Nuove consultazioni al Quirinale lunedì
Immutate le condizioni sulla formazione del governo, in alto mare ormai da 2 mesi dal voto. Mattarella non attende nemmeno la fine della direzione per annunciare un nuovo giro di consultazioni per il prossimo lunedì, con appuntamenti dalle 10:00 con il Movimento 5 stelle, a cui seguirà il centrodestra e poi gli altri partiti.
Il Presidente della Repubblica fa sapere che le scadenze economiche ed europee sono alle porte e l'Italia necessita di un governo senza poter più aspettare. Aggiunge un appello: se ci sono numeri certi e maggioranze chiare che si facciano avanti, in caso contrario annuncia che sarà lui a decidere per un governo di tregua aperto a tutti con a capo una figura istituzionale, poi aggiunge che nel caso venisse bocciato dalle Camere potrebbe essere lui stesso a farlo partire comunque nell'attesa che arrivi l'autunno per poter votare nuovamente.
Il reggente Martina ha parlato delle nuove consultazioni al Quirinale in vista delle quali bisogna avere spirito costruttivo, i Renziani dimostrano approvazione applaudendo a quanto sostenuto dal segretario reggente, il quale spiega anche le motivazioni della sua apertura verso il Movimento affermando che non si è mai trattato di dare o no la fiducia al governo Di Maio, né di fare un'alleanza, bensì, spiega, si trattava di sfidarlo su campo aperto politicamente e culturalmente al cambiamento. Spiega ancora ai Renziani che si trattava di un rilancio, non di una rinuncia ai valori del partito, né di una resa.