Il Quirinale ha convocato il terzo giro di consultazioni. I partiti sono richiamati dal Capo dello Stato a esporre le loro posizioni; e gli spiragli per una soluzione Politica alla crisi sono risicatissimi. Nell'annuncio della presidenza della Repubblica si comprende chiaramente come il presidente Mattarella sia interessato a tentare un ultimo pressing sulle forze politiche: farle uscire dalle loro contraddizioni interne per verificare se esistono formule nuove in grado di sostenere una maggioranza politica. Molto probabilmente la risposta sarà nuovamente negativa, e allora in quel caso toccherà al Capo dello Stato prendere definitivamente in mano la situazione proponendo un governo di tregua che eviti uno stallo troppo prolungato per non diventare pericoloso.

I rischi di uno stallo prolungato

Le parole del commissario Ue Moscovici sulla crescita, arrivano come un fulmine in una quasi tempesta. Le istituzioni sono in fibrillazione, e la paura che lo stallo si prolunghi, lasciando aperta la finestra del voto subito o quasi subito, riecheggia anche al Quirinale. Bruxelles, nelle sue previsioni economiche, ha lanciato chiari avvertimenti all'Italia: ultima in Europa per crescita economica, debito pubblico troppo elevato e pericolo per l'instabilità politica prolungata. Un quadro poco rassicurante. Infatti le preoccupazioni sono tutte per un vuoto politico che potrebbe portare inevitabilmente all'aumento dell'Iva e delle accise nel prossimo autunno; per evitare questo, serve un governo in carica pienamente legittimato, e al momento questo governo all'orizzonte neanche si intravede.

Serve sprint di responsabilità delle forze politiche

Mattarella vorrebbe assistere a un sussulto di responsabilità da parte delle forze politiche. Ci sperano anche gli italiani che, dopo due mesi esatti, si ritrovano ad assistere ad una perenne campagna elettorale. Il paese ha bisogno di risposte e i rischi economici e politici non possono essere ignorati.

Lo sprint responsabile dei partiti dovrà maturare entro lunedì, quando saranno chiamati tutti a rispondere agli appelli del Capo dello Stato. Il M5S è tornato in perenne propaganda: dopo aver visto sfumare la poltrona di Palazzo Chigi, Luigi Di Maio attacca tutti i partiti e propone, secondo alcuni, un suicidio all'Italia spingendola al voto subito, anche senza apportare modifiche alla legge elettorale; opzione improponibile per il Quirinale e per il paese.

Il centrodestra si lascia trascinare dal 37% sull'onda del governo d'area. Salvini chiede un incarico pieno per provare a formare un governo che dovrebbe presentarsi in parlamento a cercare i voti mancanti uno a uno. Scenario praticamente impossibile: i numeri non ci sono; non esistono, e il presidente Mattarella non concede incarichi al buio che rischierebbero di peggiorare la situazione già intricata.

Il Pd è nel pieno di nuove fibrillazioni interne che forse hanno trovato una quadra; paradossalmente dai Dem potrebbe arrivare la proposta più praticabile e concreta: governo di tregua con scopi ben precisi in grado di traghettare il paese al voto all'inizio del 2019. Dovrebbe trattarsi di un governo in grado di comprende tutto l'arco parlamentare; un governo chiamato a rappresentare - momentaneamente - tutti. Una via d'uscita dovrà trovarsi e tutte le forze politiche sono chiamate ad assumersi le proprie responsabilità di fronte al bene superiore: quello dei cittadini e delle istituzioni.