"Prima u pigghiu a lignati e poi u scassu", è una delle tanti frasi choc contro la Procura di Caltanissetta intercettate dalla Squadra Mobile grazie alle cimici introdotte nell'auto di Antonello Montante, capo di Sicindustria, indagato da oltre tre anni.
Antonello Montante & C. - attualmente agli arresti domiciliari - è una delle tante vergogne da cui la Sicilia dovrà purificarsi al più presto. Senza remore. A raccontarcelo sono i dossier scottanti trovati nella stanza segreta della villa di Serradifalco, in provincia di Caltanissetta: un vano senza finestre, chiuso a doppia mandata, arredato con appositi scaffali per archiviare documenti segreti che riveleranno nomi e misfatti di importanti vertici di governo dell'isola.
Si aggiungono un paio di pen drive cariche di dati, gettate dalla finestra per mano delle collaboratrici prima che gli investigatori irrompessero nell'immobile e, fortunatamente, recuperate dagli stessi inquirenti.
Dalla bicicletta a Palazzo D'Orleàns
La moviola ci mostra un Antonello Montante raggiante contro la mafia: il brillante imprenditore viene eletto, all'unanimità, presidente di Sicindustria nel 2012, finalmente un volto nuovo, paladino della legalità. Al megafono ribadisce l'importanza della denuncia contro intimidazioni e pizzo: applaudito, sostiene addiopizzo. Montante ha pedalato in fretta macinando strada verso le più alte vette della Politica: la rapida ascesa da ex fabbricante di biciclette a Palazzo D'Orleàns, dove ci rimane per otto lunghi anni con la poltroncina rossa alle Attività Produttive.
Lo Stato, nel frattempo, gli assegna una scorta per proteggerlo.
Nel 2015 è l'uomo più potente in Sicilia, imbastisce la sua tela collegando i fili delle camere di Commercio, Unioncamere, Assessorati vari e persino al Giro d'Italia la Montante cicli regala biciclette alle forze dell'ordine e a vigili palermitani. Anche con il ministro Angelino Alfano i rapporti sono ottimi, tanto da ottenere una stanza in via dell'Astronomia a Roma.
Il Sole24ore spesso parla di Sicindustria che tira al massimo il lifting dell'antimafia.
Il doppio viene indagato
Il 2015 è l'anno in cui Antonello Montante e collaboratori subiscono un arresto di rotta: la Procura di Caltanissetta inizia ad indagare sul double face dell'imprenditore, fino ad arrivare a ben 22 nomi sotto inchiesta.
I vertici di organigrammi istituzionali sono: Massimo Romano imprenditore, Gianfranco Ardizzone comandante provinciale della Guardia di finanza di Caltanissetta, Ettore Orfanello ex comandante del nucleo di Polizia Tributaria di Caltanissetta, Giuseppe D'Agata Comandante provinciale dei Carabinieri e capo centro della Dia di Palermo, Diego di Simone Perricone, Marco De Angelis, sostituto commissario della polizia di Stato in servizio presso la questura di Palermo, Giuseppe Graceffa, vice sovraintendente della polizia di Stato, Andrea Grassi, dirigente della prima divisione della SCO di Roma, Andrea Cavacece capo reparto dell'Aisi e Arturo Esposito direttore dell'Aisi. Molti avrebbero aiutato il Montante nel trafugamento di dati all'interno di sistemi informatici.
Indagato anche Rosario Crocetta, ex Presidente Regione Sicilia insieme ad alcuni Assessori dell'ex giunta, fra i tanti scandali in Sicilia.
È il riassunto sommario di una rete fitta di intrighi di palazzo e corruzione alla regione Sicilia, spionaggi e controspionaggi, nauseanti ricatti di cui, ultimamente, si è tanto parlato e scritto, l'abuso di potere che si confronta con i dati raccapriccianti di un'isola in ginocchio, ferita, ferma nell'economia, alla quale è stata sottratta ogni speranza di ripresa. Il tasso di disoccupazione ha toccato 21.5%, uno fra i più alti nella U.E., poveri sono 600mila (i siciliani sono i più poveri d'Italia), 25mila giovani sono fuggiti via, la disoccupazione giovanile sfiora il 58%.
Nelle orecchie rimane l'eco della sarcastica risata di Luigi Pirandello, la sua triazzata eterna, le speranze di cambiamento sono disilluse, pretendere di cambiare la Sicilia è un utopia, tutt'al più la si può solo osservare, consapevoli che la mafia ha un volto orribile, l'antimafia è solo una maschera.