Vietare le bottiglie e le confezioni di plastica negli edifici pubblici. E' questa la proposta avanzata in Lussemburgo dal neo ministro dell'Ambiente Sergio Costa durante il Consiglio Ambiente dell'Unione Europea. Già qualche settimana fa, il responsabile del dicastero aveva annunciato di voler adottare, nelle sedi istituzionali, una "Politica plastic free".

Acqua pubblica: un diritto per tutti

Il ministro Costa nel corso del dibattito avviato dal Consiglio Ue, relativo alla revisione della direttiva acque potabili, ha ribadito la sua posizione in base alla proposta presentata lo scorso primo febbraio dalla Commissione europea.

E' essenziale, ha sottolineato il ministro dell'esecutivo Conte, che l'Unione Europea assicuri a tutti i cittadini il diritto all'acqua potabile. Chiunque deve poter aver accesso all'acqua perché è "un bene comune" e, per questo motivo, non può essere soggetta al mercato unico.

La proposta dello scorso febbraio è caratterizzata da diverse novità importanti che, una volta entrate a regime, consentirebbero ai cittadini europei di risparmiare non solo sulle bollette ma anche di diminuire l'eccessivo consumo che attualmente si fa della plastica.

Nel corso del suo intervento, il ministro Costa ha ricordato che è fondamentale che i servizi idrici vengano esclusi da qualsiasi forma di liberalizzazione. Sull'acqua potabile, inoltre, va mantenuto il monitoraggio pubblico sui privati. Quindi, le acque superficiali e sotterranee non possono e non devono essere ‘mercificate’.

In Italia ed in Europa, secondo Costa, si deve arrivare non solo ad un governo pubblico, ma anche un governo più partecipativo dell’intero ciclo integrato dell’acqua. I privati cittadini dovrebbero essere maggiormente coinvolti nella fornitura, nella gestione e nella distribuzione dell’acqua (fasi che dovrebbero essere sempre monitorate adeguatamente dalle autorità competenti); inoltre il pubblico dovrebbe avere semplice ed immediato accesso a tutte le informazioni ed dati ambientali.

Il ministro dell'ambiente ha anche sottolineato che è fondamentale inserire tra gli obiettivi che la nuova direttiva europea dovrà perseguire:

  • l’accesso equo all’acqua ed il suo uso sostenibile: l'erogazione di un minimo quantitativo vitale di acqua (50 l/persona) non potrà essere sospesa;
  • divieto di bottiglie e contenitori di plastica negli edifici pubblici;
  • riduzione di sprechi e dispersioni,
  • sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle problematiche dell'inquinamento e della dispersione delle acque

La bozza sulla quale è intervenuto il membro del governo italiano, dunque, si pone l'obiettivo di rendere più sicura ed accessibile l'acqua del rubinetto e vuole rendere i cittadini più consapevoli dei loro costumi.

Inoltre, prevede anche una serie di modifiche alle regole per i materiali da costruzione che solitamente vanno a contatto con l'acqua potabile.

Monouso al bando

A fine maggio l'UE ha dichiarato guerra alla plastica con una serie di nuove norme che hanno messo al bando gli oggetti di plastica usa e getta (bottigliette, cannucce, piattini, bicchieri, ma anche cotton fioc e palloncini...), principali responsabili dell'inquinamento che colpisce spiagge ed oceani di tutto il mondo.

Ma non solo. L'inquinamento, attraverso la microplastica che si disperde nell'aria, nell'acqua e nel cibo riesce a raggiungere milioni e milioni di persone ed animali.

La nuova iniziativa europea, arrivata dopo il divieto dei sacchetti di plastica (2015), rientra in una ben più ampia strategia a livello continentale che poggia le sue basi sul pacchetto dell'economia circolare (approvato sempre nel mese di maggio da Consiglio e Parlamento europeo) e sulla tassa sulla plastica proposta proprio da Bruxelles per finanziare non solo parte del prossimo bilancio UE (relativo agli anni 2021-2027), ma anche per incentivare la ricerca di materiali alternativi e per ridurre la produzione di rifiuti plastici.

Ed è proprio in questo senso che va la proposta del Ministro Costa: di vietare le bottiglie di plastica negli edifici pubblici.