Pare proprio che l'ex ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Renzi e Gentiloni, Graziano Delrio, non voglia proprio abbassare il tono dei suoi attacchi nei confronti dell'attuale presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Ad ogni modo, per chi non lo sapesse, durante il discorso iniziale alla Camera dei Deputati in cui Conte ha ringraziato Sergio Mattarella, esprimendo solidarietà riguardo agli insulti sui social network rivolti alla memoria del fratello, sembra che il premier si sia espresso un po' troppo genericamente nei confronti del fratello defunto Piersanti, definendolo "un congiunto" di Mattarella.

E l'esponente alla Camera del Partito Democratico Graziano Delrio non si è fatto sfuggire l'occasione per 'speculare' urlando: "Si chiamava Piersanti, si chiamava Piersanti".

Delrio ancora su Conte

Delrio è tornato sull'argomento condividendo le sue opinioni ai microfoni di Radio Capital. Secondo il deputato Pd, la terminologia utilizzata dal neo premier sarebbe stata troppo "generica". L'ex ministro ha poi puntato il dito sul fatto che non può essere ignorata una dimenticanza su personaggi che hanno dato la vita per dare diritti e libertà al popolo italiano. Ma la cosa alquanto bizzarra è che Delrio pensa che ognuno di noi dovrebbe avere il dovere di ricordare nome e cognome di tutti quelli che hanno scritto la Costituzione e che hanno lottato contro mafia e terrorismo.

"Parole" conclude l'ex ministro "che hanno suscitato il fastidio di tutti perché il premier si è definito difensore del popolo".

Attacchi durante la fiducia al Governo

Parole pesanti seguite da attacchi a raffica da tutto il Pd, e da diversi giornalisti, anche grazie alle gaffe in aula del premier, del suo vice e dei suoi collaboratori.

Ma mentre la fiducia al governo va giù come un sorso d'acqua tra abbracci e schiamazzi, Delrio persevera nelle critiche segnalandogli di non fare il "pupazzo" nelle mani di M5S e Lega.

Veltroni a Piazzapulita

Anche l'ex sindaco di Roma commenta quanto avvenuto in aula. Durante la trasmissione tv condotta da Corrado Formigli, dice infatti che non è possibile escludere la storia d'Italia.

Ma alla fine i vincitori sono rimasti al governo e i vinti sarebbe ora che inizino a creare una buona opposizione, anche senza Renzi, perché in un paese democratico l'opposizione è fondamentale. Sono infatti in molti a non essere così convinti che la strategia utilizzata, ossia abbaiare contro il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte senza alcun rispetto, possa servire a qualcosa.