Anche se la Fiat Chrysler Automobiles non ha ancora confermato ufficialmente la notizia, ormai pare certo che Sergio Marchionne stia lottando tra la vita e la morte nella clinica di Zurigo, in Svizzera, dove è ricoverato da più di tre settimane. Secondo le ultime indiscrezioni, il manager italo-canadese sarebbe in condizioni irreversibili. Per questo il presidente del Gruppo, John Elkann, ha dichiarato che “Sergio non tornerà più”. Ma, in queste ore, non tutti hanno reagito allo stesso modo al dramma di Marchionne. C’è chi, soprattutto in quella che una volta veniva chiamata l’estrema sinistra, addirittura esulta, chi decide di restare in silenzio (come i sindacati Fiom e Cgil), chi sceglie di fare una macabra ironia sulla vicenda (come nel caso del quotidiano Il Manifesto) e chi, infine, come il sindaco M5S di Torino, Chiara Appendino, si dimostra molto cinica.

‘E così Fiat’: il titolo de Il Manifesto fa infuriare Giorgia Meloni

Non tutti, come detto, hanno accolto con tristezza la notizia della grave malattia che ha colpito Sergio Marchionne. Tra i maggiori detrattori di quello che fino a qualche tempo fa sarebbe stato definito il “Servo dei Padroni” della ex Fiat c’è, naturalmente, il quotidiano comunista Il Manifesto. Il giornale diretto da Norma Rangeri spara un titolo ironico a caratteri cubitali, ‘E così Fiat’, accompagnato da una immagine di Marchionne, mesto e a testa bassa. L’ormai ex ad FCA viene accusato di aver tolto diritti ai lavoratori e di aver spostato la produzione di auto “via dal Paese”. Insomma, avrebbe lasciato una “eredità piena di macerie” a causa del suo “autoritarismo padronale” che ha lasciato senza posto di lavoro circa 100mila operai.

Un giudizio durissimo, anche se politicamente comprensibile, che ha suscitato la reazione sdegnata di Giorgia Meloni. La leader di Fd’I ha postato sulla sua bacheca Fb l’immagine della prima pagina del quotidiano dicendosi “disgustata”.

Gli insulti e i silenzi provenienti da sinistra

La linea ufficiale tenuta dai sindacati di sinistra, la Cgil di Susanna Camusso e la Fiom di Maurizio Landini, è quella di mantenere il silenzio sulla vicenda perché, questa la spiegazione ufficiale, “commentare ora non serve a nulla”.

L’unico ex rappresentante delle ‘tute blu’ (ed ex parlamentare di Sel) a parlare è Giorgio Airaudo, secondo il quale Marchionne avrebbe fatto della Fiat una “azienda apolide” con “l’applauso dei governi”. Un altro ex comunista, poi finito nei ‘salotti buoni’, è Fausto Bertinotti, convinto che il manager malato rappresenti un “simbolo del capitalismo” responsabile con le sue scelte di una “contrazione della civiltà”.

Non fa sconti al ‘nemico’ anche la leader di Potere al Popolo Viola Carofalo, secondo la quale quello che ha fatto Marchionne “non si cancella”. Restando a sinistra, insulti e cinici auguri di morte sono comparsi a centinaia sui social network, soprattutto da parte di sedicenti ex impiegati della defunta Fiat. Messaggi dal tono crudo come ‘tutti a festeggiare’, ‘spero soffra’, ‘hai rovinato i lavoratori’.

Il comunicato di Chiara Appendino

Alle reazioni dei rappresentanti della sinistra italiana, che vanno dal silenzio e dall’indifferenza, fino ad arrivare all’odio e all’insulto gratuito, si aggiunge quella del sindaco M5S di Torino. Con un comunicato ufficiale, diramato nella giornata di ieri, Chiara Appendino si dimostra glaciale nei confronti del manager non citandolo nemmeno, ma preoccupandosi esclusivamente del futuro di Fca e dei rapporti del nuovo ad, Mike Manley, con la città sabauda culla della Fiat.