Nicola Zingaretti c’è. Il governatore del Lazio risponde con un inequivocabile “io ci sono” alla domanda del giornalista Aldo Cazzullo il quale, durante un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera, gli chiede se sia sua intenzione candidarsi alla segreteria del Pd. Il fratello del celebre attore Luca, protagonista della fiction Rai Il commissario Montalbano, chiama a raccolta il popolo disperso della sinistra e del partito, prova a mostrarsi umile, non interessato alla poltrona, e parla di nuove alleanze da costruire “azzerando le attuali forme politiche”.

Zingaretti considera poi “indispensabile” la convocazione di un congresso del partito prima delle elezioni Europee della primavera prossima, e necessaria la redazione di un “manifesto” con la partecipazione “dal basso” della “gente”.

L’intervista di Zingaretti al Corriere della Sera

Quella che si sta aprendo di fronte al centrosinistra, afferma, è una “sfida collettiva” perché risulta necessario riaggregare tutto quel “popolo” dispersosi e frammentatosi nei mille rivoli dell’astensionismo o, addirittura, del voto alla Lega di Salvini e al M5S di Di Maio. La sfida è anche quella di convincere le nuove generazioni che, aggiunge, “non ci hanno mai incontrati”. Insomma, bisogna tornare a far sentire quel popolo della sinistra come “parte di qualcosa”.

Il giudizio su Calenda e il nuovo Pd

Secondo Nicola Zingaretti il Pd che verrà dovrà essere “diverso”, inclusivo e capace di valorizzare tutte le istanze provenienti dalle diverse categorie sociali attraverso decisioni prese “dal basso”. Il governatore laziale, pur apprezzando in parte la proposta di Carlo Calenda di dare vita ad una cosiddetta ‘alleanza repubblicana’, prevede “nuove sconfitte” se le nuove proposte politiche a sinistra non saranno “sentite intimamente dalla gente”.

Il futuro di Renzi e Martina

Sollecitato sul ruolo che potrebbero ricoprire nel futuro Pd l’ex segretario, Matteo Renzi, e l’attuale reggente, Maurizio Martina, Zingaretti dice di avere fiducia in Martina e aggiunge di non avere la “più pallida idea” sulle intenzioni di Renzi. Resterà nel Pd o andrà via? Per lui sarebbe meglio se restasse, ma è solo una speranza non supportata da certezze.

Cosa pensa Zingaretti di Salvini e del M5S

Dopo aver premesso di essere stato piacevolmente colpito dal recente elogio espresso nei suoi confronti da Matteo Salvini sulla questione rom, il presidente della Regione Lazio dice di considerare il leader della Lega come il rappresentante della “nuova destra”, più “estremista, razzista e xenofoba” rispetto al passato berlusconiano. Una sfida tutta da combattere e, possibilmente, da vincere. Così come, però, non bisogna commettere l’errore di considerare di destra anche il M5S e il governo Conte. Secondo Zingaretti i pentastellati sono un “corpaccione” destinato a dividersi e con il cui elettorato bisognerà fare i conti per riportarlo nell’alveo di quella sinistra che, negli ultimi anni, ha la colpa di aver accettato il “terreno del pensiero unico liberista”.