Continua a far discutere la linea sull'immigrazione del governo Conte e in particolare del ministro dell'interno Matteo Salvini. Dopo la petizione online per sfiduciare Salvini in Parlamento, arriva un altro atto di protesta nei confronti della Politica del governo. Una cinquantina di persone si sono radunate ieri pomeriggio davanti al palazzo del Viminale, dove ha sede il ministero dell'Interno, con le mani tinte di rosso, ‘sporche di sangue', alzate verso il cielo per protestare contro le decisioni del governo di queste ultime settimane in tema di immigrazione.

Una manifestazione pacifica a cui hanno partecipato cittadini e rappresentanti di associazioni che si rifà a quella dei cittadini turchi in piazza Taksim organizzata nel 2013 contro il governo. Con le mani di tinte di rosso, le persone hanno organizzato un flash mob che verrà ripetuto nel corso della settimana contro le “sempre più disumane” scelte del nostro governo.

Riccardo Megi: 'Non vogliamo essere complici di questa strage di Stato'

Tra i partecipanti alla manifestazione troviamo Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani e deputato di +Europa, insieme ad Antonella Soldo e Silvja Manzi, rispettivamente presidente e tesoriera del movimento. Magi ci tiene a puntualizzare il motivo della protesta contro il governo, partendo da un dato: "Nel 2018 sono morte nel Mediterraneo circa 1500 persone.

Oltre 500 lasciate morire solo nell'ultimo mese. Questa è l'unica verità in mezzo a tante menzogne. Non vogliamo essere complici di questa strage di Stato".

Il motivo della protesta

Le persone hanno deciso di ritrovarsi davanti al ministero dell'Interno in seguito alle accuse dell'Ong spagnola all'Italia di essere 'complici' dei guardiacoste libici.

Stando alle accuse dell'Ong Open Arms la Marina di Tripoli avrebbe deciso di lasciare morire una donna e un bambino in mezzo al mare e il governo italiano di essere complice di queste morti.

Gli organizzatori della protesta spiegano che quelle immagini 'rappresentano solo una delle migliaia di testimonianze dell'orrore che si consuma nel Mediterraneo e in Libia: soccorsi ostacolati, punti d'approdo negati, donne, uomini e bambini tenuti in ostaggio in condizioni di salute precarie o rispediti nei centri di detenzione libici.

E sempre più morti in mare. A tutto ciò rispondiamo con un presidio non violento e promuovendo, con un ampia rete di organizzazioni, l'iniziativa dei cittadini europei Welcoming Europe per fermare la criminalizzazione dell'aiuto umanitario, creare canali legali e sicuri in Europa e mettere fine alle violazioni e agli abusi alle frontiere".

Il loro intento è quello di fare arrivare un messaggio di apertura al Viminale, e l'uso delle mani 'insanguinate' sarebbe collegato al colore del sangue dei migranti che hanno perso la vita in mare o nelle carceri libiche. Anche Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci, Carlo Stasolla di associazione 21 luglio e Mina Welby, hanno partecipato e hanno spiegato di aver incontrato Matteo Salvini qualche anno fa, e che adesso Miraglia vorrebbe parlargli e dirgli che si sta sbagliando a far 'morire le persone'.