La Commissione di Vigilanza sulla Rai non ha approvato la nomina di Marcello Foa nel ruolo di direttore della Tv pubblica, nonostante il via libera arrivato ieri dal Cda. In commissione hanno votato in 23, esprimendo 22 voti favorevoli e una scheda bianca, dunque al di sotto del previsto quorum di 27. Come annunciato, Fratelli d'Italia ha proceduto al voto; Pd e LeU, pur essendo presenti in aula, non hanno invece votato, mentre per quanto riguarda Forza Italia ha partecipato alle operazioni di voto soltanto il presidente Alberto Barachini. Forza Italia, alla fine, non ha dunque ceduto ed ha mantenuto il punto fermo, collaborando con il resto delle opposizioni per 'silurare' Foa.
Ora si aprono scenari incerti.
Le prime reazioni politiche alla mancata nomina
I capigruppo della Lega alla Camera e al Senato hanno emesso una nota congiunta, tutto sommato piuttosto moderata nei toni. I componenti del Carroccio esprimono 'dispiacere' per l'asse che, di fatto, si è venuto a creare tra Pd e Forza Italia, ma hanno cercato anche di ridimensionare l'episodio, trasformandolo in una sorta di 'incidente di percorso': si fa infatti notare come il fraintendimento sia stato 'sul metodo, più che sul merito', dato che la figura di Marcello Foa è quella di un giornalista 'libero e corretto'. Una lettura di questo tipo raffredda certamente le acque ed avalla, di fatto, proprio la tesi di Forza Italia che, nei giorni scorsi, non si è mai espressa direttamente contro Foa, ma ha solamente rinfacciato a Lega e M5S di non aver seguito il metodo corretto, indicando un nome in autonomia e senza aver minimamente consultato le opposizioni.
Parole dure da Pd e M5S
Molto meno moderate le reazioni, su versanti opposti, di Pd e M5S. Il capogruppo al senato del Pd, Andrea Marcucci, scrive su Twitter che 'il colpo di mano non è passato' e si riferisce a Marcello Foa come ad un amico del presidente russo Vladimir Putin. Dall'altra parte, il M5S accusa Forza Italia e Pd di aver addirittura fatto rinascere il 'patto del Nazareno'.
Potrebbe sembrare curioso che le critiche più feroci alla bocciatura arrivino dal M5S e non dalla Lega, dato che il principale sostenitore di Foa era stato, fin dall'inizio, Matteo Salvini. Non bisogna tuttavia, dimenticare che Lega e Forza Italia sono ancora legate da un'alleanza che, in uno scenario politico così confuso ed in continua evoluzione, probabilmente nessuno dei due partiti vuole rompere del tutto. Ora la partita della presidenza Rai si complica enormemente e si attende la presentazione di un nuovo nome.