“Per ora la Francia dice no”. Anche se non è una chiusura definitiva, le parole uscite dalla bocca del ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire, sono chiare: la nave Aquarius 2 della Ong Sos Méditerranée non è autorizzata a sbarcare nel porto di Marsiglia insieme al suo carico umano di 58 migranti. Una posizione, quella del governo guidato dal presidente Emmanuel Macron, che ricorda molto da vicino la Politica dei ‘porti chiusi’ messa in atto dai colleghi italiani, in particolare dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Dunque, al momento, il destino della Aquarius è ancora incerto.
Le previsioni meteo prevedono tempesta nelle prossime ore, i francesi hanno consigliato all’equipaggio di puntare su Malta, porto sicuro più vicino, ma l’imbarcazione è ancora in rotta verso le coste francesi. Intanto, l’Unione Europea, se ne lava le mani.
Il no della Francia allo sbarco a Marsiglia
Come accennato in precedenza, la posizione ufficiale del governo francese sulla vicenda Aquarius 2 l’ha espressa il ministro dell’Economia Le Maire, intervistato dalla televisione Bfm-Tv-Rmc. Una risposta lapidaria, “per ora la Francia dice no”, alla domanda sull’autorizzazione allo sbarco a Marsiglia, che lascia comunque aperta una scappatoia, reale per i profughi a bordo e diplomatica per l’Eliseo.
Successivamente, altre fonti governative hanno confermato la richiesta della Francia alla Aquarius di sbarcare al più presto nel porto più vicino, considerato sicuro, cioè quello di Malta. La motivazione, o scusa secondo i critici, sarebbe il previsto arrivo del maltempo nel Mediterraneo, con il rischio di onde alte anche 5 metri.
A rafforzare il no transalpino allo sbarco dei migranti è anche, naturalmente, la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, secondo la quale il suo Paese “non deve accogliere la Aquarius” perché l’imbarcazione della Ong è andata a prendersi i migranti a soli 20 km dalle coste della Libia, provando poi a “mettere davanti al fatto compiuto” il governo francese.
Quando il governo Macron criticava l’Italia
In attesa di una “soluzione condivisa” con l’Unione Europea, dunque, il governo Macron, di fronte all’emergenza migranti, compie una giravolta politica a 180 gradi. Solo pochi mesi fa, infatti, di fronte alla chiusura dei porti ai clandestini messa in atto dal governo italiano per volontà di Salvini, proprio Macron aveva accusato l’esecutivo formato da M5S e Lega di cinismo e irresponsabilità. Ancora più duro del presidente ci era andato il portavoce del suo partito En Marche, Gabriel Attal, il quale aveva bollato come “vomitevole” la politica italiana del blocco dei porti. Ora che il problema è passato di mano ai transalpini, comunque, l’atteggiamento della Ue non cambia. La portavoce della Commissione europea, Natasha Bertaud, ha scaricato la Aquarius in quanto “nave senza bandiera europea che ha operato in un’area di ricerca e salvataggio libica”.