Paolo Savona non è un ministro come tutti gli altri per il Governo Conte. I più attenti ricorderanno come il primo tentativo di formazione di un Governo Lega - Movimento Cinque Stelle saltò per l'opposizione di Mattarella alla possibilità che il Ministero dell'Economia potesse essere affidato al professore cagliaritano. Per il Presidente della Repubblica sarebbe stato un nome troppo anti-europeista che avrebbe rischiato di destabilizzare i mercati. Al secondo tentativo, invece, gli è stato affidato il Ministero degli Affari Europei, posizione dalla quale non disdegna di dire la sua sull'Unione Europea, pur sottolineando come la sua non sia un'opinione contraria all'Europa ma semmai critica a fini costruttivi.

E la sua ultima uscita sembra andare in questa direzione.

Savona vorrebbe parlare senza che si sollevi un polverone

Savona vorrebbe esprimere le sue perplessità riguardo agli attuali fondamenti che disciplinano l'Unione Europea o esprimere le idee senza sollevare un polverone o correnti di pensiero che lo etichettino come anti-europeista. 'La democrazia e la dialettica - afferma- impongono che si discuta apertamente di queste cose' e ritiene che, eventualmente, tutti debbano esprimere la propria opinione, anche chi come un ministro potrebbe dare fastidio al "guidatore". Il Ministro per gli Affari Europei del Governo Conte ritiene che questa sia la fase in cui debba essere un dibattito funzionale a garantire un futuro migliore all'Europa.

Il 2019, infatti, viene ritenuto un anno cruciale per una serie di circostanze che potrebbero in qualche modo far variare alcune prospettive ed in tal senso Savona ne elenca tre che ritiene cruciali.

Tre eventi potrebbero cambiare l'Europa per Savona

'Il 2019 può essere un anno drammatico per l'Europa. Ci sono delle elezioni il cui risultato è incerto e tutti i Paesi hanno dei problemi rispetto alla posizione pro o contro Ue delle varie correnti di pensiero politiche".

E' questo il monito che il Ministro ha lanciato in audizione davanti alle commissioni riunite dell'Unione Europea di Camera e Senato. Savona individua inoltre nella nomina della nuova commissione un passaggio che potrebbe segnare la svolta, considerato che il mandato di Juncker scade a novembre e non dimentica neanche il fatto che dovrà essere nominato un nuovo presidente della Banca Centrale Europea. Tutti passaggi che nel 2019 potrebbero dare vita ad un' Europa che potrebbe essere "più forte e più equa", ma anche "meno forte e meno equa".