Era il contratto di Governo a dover essere il timone di questo Governo, ma nemmeno le firme e gli impegni chiari possono essere considerati vincolanti. Nel voto di ieri alla Camera dei Deputati (che festeggiava i 100 anni di Palazzo Montecitorio) il Governo ha incassato, per restare in tema di contratto alla tedesca, il suo primo letterale Faust in die Fresse (dal Tedesco, pugno in faccia). Questa volta l'esecutivo viene battuto non in una commissione, come avvenuto col caso De Falco al Senato, ma nell'aula che il Movimento 5 Stelle e la Lega considerano come una roccaforte, la Camera dei Deputati, dove i loro numeri infatti sembravano al sicuro .

L'emendamento del deputato Catello Vitiello, eletto con il M5S ma subito espulso perché appartenente alla massoneria, mette in minoranza il Governo del cambiamento durante la discussione sul ddl Anticorruzione. Con 284 voti a favore e 239 contrari, la Camera approva l'emendamento dell'ex grillino, ora appartenente al gruppo Misto, che dovrebbe rendere più difficile essere accusati di peculato e abuso d'ufficio. E questo sarebbe in contrasto con il contratto di Governo, in cui è scritto: “Le misure da mettere in campo sono le seguenti: l’aumento delle pene per tutti i reati contro la pubblica amministrazione di tipo corruttivo, per i quali debbono essere preclusi gli sconti di pena mediante un sistema che vieti l’accesso a riti premiali alternativi”, capitolo 15 del documento.

Depotenziati i reati di peculato e abuso d'ufficio

Alla Camera, con voto segreto, una fetta consistente dei parlamentari della Lega ha votato in opposizione al parere del Governo, facendo passare l'emendamento Vitiello. Con una sola norma vengono modificati due articoli del codice penale: il 314 che disciplina il peculato, e il 323 sull'abuso d'ufficio, rendendo più difficile essere condannati per questi due reati: se chi si rende responsabile di tali reati lo fa con soldi o beni mobili la cui amministrazione e disponibilità sono regolate da normative interne, allora non ci sarà la condanna.

L'emendamento è simile a quello proposto dalla Lega e poi ritirato in Commissione. La discussione al decreto è stata sospesa subito dopo la votazione dell'emendamento ed è ripresa oggi tra le polemiche.

Salvini: 'Incidente di percorso', Di Maio convoca i capigruppo 5 stelle

Dai due attori della maggioranza arrivano i primi segnali di una convivenza stretta, e le accuse reciproche di colpe e responsabilità per l'accaduto.

Fino all'ammissione di Salvini: "È stato un incidente di percorso". Il Ministro dell'Interno e leader del Carroccio ha poi ribadito che la linea della Lega viene dettata dal segretario e che continua ad avere fiducia nel contratto di Governo. Ma il pasticcio di ieri rischia di affossare uno dei provvedimenti bandiera dei 5 Stelle. E se i grillini al Senato hanno problemi di disciplina, alla Camera la Lega manda segnali agli alleati di Governo. I 5 stelle hanno subito promesso che, in qualche modo, il testo verrà corretto. Intanto Di Maio ha convocato i capigruppo prima della ripresa dei lavori alla Camera. Alla discussione è prevista anche la presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei vice Di Maio e Salvini.