In occasione dell' Assemblea Nazionale del Pd di questo sabato 17 novembre, che ha sancito l'inizio della fase congressuale, si sono espressi dal palco diversi fra i possibili candidati alla segreteria nazionale del partito. Fra essi anche l'outsider Dario Corallo, 30 anni, esponente dei Giovani Democratici, laureato in filosofia che vive a Roma, il quale ha spiegato le ragioni che lo hanno indotto a scendere in campo. E lo ha fatto con un intervento molto duro contro i dirigenti del suo partito.

Corallo: 'Alcuni dirigenti non saprebbero fare altro nella vita, divisione fra correnti non è ideologica ma cela clientele'

Dario Corallo ha iniziato il proprio intervento dicendo: "Nel momento della fusione fra DS e Margherita si scelse di accostare alla parola "Partito" l'aggettivo "Democratico". Questo poteva significare il partito che promuove la democrazia e che elegge democraticamente le cariche al suo interno. Io speravo fosse la prima, ma poi ho scoperto che non eravamo neanche la seconda. (...) Nel nostro partito ci sono molte correnti, con relativi pacchetti di tessere collegati a ogni livello, e ogni tanto qualcuna delle correnti tenta il salto con successi alterni. Gli iscritti li sostengono in buona fede perché si fidano di come la cosa viene raccontata dai dirigenti locali, ma ignorano il non detto: ovvero le ambizioni personali, la paura di rimanere a spasso e la consapevolezza per molti dirigenti e capi di non saper fare nient'altro nella vita.

La divisione fra correnti viene raccontata alla base come se fosse una grande questione ideologica, ma non è vero: gli incontri, i patti, i posti da distribuire secondo clientele rimane sempre nel non detto. Sono cose che non si possono dire, perché su questo grande bluff è costruito un castello di carta che può cadere. (...) Il PD è nato troppo tardi, questo partito era perfetto per la Seconda Repubblica, ma invece è nato quando essa stava per finire".

Corallo: 'Il PD ha difeso a spada tratta il capitalismo: alle Europee prenderemo una mazzata'

Corallo ha poi proseguito: "Non ci rendiamo conto che abbiamo elevato a scienza assoluta delle scelte politiche, in genere di destra. Nelle università da anni si parla della fine del capitalismo e il PD invece lo ha difeso a spada tratta.

Abbiamo difeso i mercati, che in realtà sono persone che cercano di arricchirsi, così come difendiamo un'Europa assolutamente antidemocratica. In Europa stiamo col PSE, di cui fanno parte quelli che nei rispettivi paesi sono ritenuti troppo scarsi per fare Politica interna. Alle prossime Europee lo vedremo, perché prenderemo una mazzata. (...) Con questo congresso stiamo per eleggere il prossimo ex segretario: chiunque verrà eletto dovrà fare i conti con la crisi del partito, della sinistra ma anche con l'inizio della fine dell'Unione Europea: c'è una crisi egemonia sul piano internazionale. (...) Per anni il PD è stato insopportabilmente paternalistico, etichettando come "populista" chi diceva qualcosa di diverso".

Poi Corallo ha spiegato: "Il partito che abbiamo in mente, con la mia candidatura, mette in discussione tutto, tranne una: il nostro compito è quello di ottenere l'emancipazione economica di chi sta peggio attraverso il potere politico. Dobbiamo resettare il PD per costruirne uno nuovo e restituire il potere a quel 99% di persone che si sentono escluse (...) Ci candidiamo a ricostruire il PD e chiedo a chi se ne è andato di riprendere la tessera, questa è la loro casa e va ricostruita insieme".