Irrompe nuovamente nel dibattito politico italiano il tema della legalizzazione della cannabis, non solo per uso terapeutico ma anche ludico. A tentare di aprire le porte del nostro Paese alla marijuana libera sono stati due senatori del M5S, Matteo Mantero e Lello Ciampolillo, fautori di tre diversi disegni di legge per regolamentare la scottante materia. Premesso che la legalizzazione della cannabis è inserita da anni nel programma pentastellato, è vero che il tema non è previsto nel contratto di governo firmato con la Lega di Matteo Salvini il quale, ovviamente, ha subito chiuso la porta in faccia a questa possibilità, rilanciando al contempo un’altra legalizzazione: quella della prostituzione.

Dato lo scontato appoggio dei Radicali alla legalizzazione, non stupisce il no formulato in parlamento da Forza Italia e Fd’I, partiti di centrodestra che da sempre vedono come fumo negli occhi la possibilità di fumare liberamente erba. Fa notizia, invece, la contrarietà espressa dal Pd che, in pratica, diventa alleato persino dell’odiato Salvini e si rimangia quanto sempre dichiarato in passato.

Le proposte di legge del M5S: ‘Non tutti nella Lega sono contrari’

Sono tre i ddl depositati a Palazzo Madama dai senatori pentastellati Matteo Mantero e Lello Ciampolillo. Il primo propone, tra le altre cose, la possibilità di coltivare fino a tre piante di cannabis in casa, potendo detenere un massimo di 15 grammi di sostanza (una contraddizione, visto che già solo una pianta produce molto di più ndr).

Ciampolillo, invece, si spinge fino a consentire la coltivazione di quattro piante. Sul tema, è interessante riportare quanto affermato dal senatore M5S Mantero, secondo il quale: “Non tutti i rappresentanti della Lega sono così contrari, molti colleghi con cui ho parlato la pensano diversamente”.

La risposta di Salvini: cannabis no, prostituzione si

Tutto il circo mediatico ha accolto la risposta di Matteo Salvini sul tema legalizzazione della cannabis come una chiusura netta e definitiva, senza possibilità di replica. “Non passerà mai, non è nel contratto di governo”, ha infatti reso noto il capitano leghista nel corso di una diretta Facebook.

Ciò che fa penare, però, è il fatto che Salvini abbia aggiunto una postilla sulla prostituzione, la cui legalizzazione, a suo modo di vedere, servirebbe a “sconfiggere la criminalità”. La chiusura salviniana, inoltre, non è stata ideologica (tutta la droga fa male ndr), visto che ha parlato di “non priorità”, ma non di peccato mortale.

Pd contrario alla legalizzazione: ‘Ben vengano le parole di Salvini’

Se dalla Lega, così come dalle altre forze politiche di centrodestra, non ci si poteva aspettare che un no secco alla legalizzazione della cannabis, a far discutere è la posizione sposata dal Pd, da sempre, almeno a parole, favorevole alle battaglie libertarie, compresa quella sulla marijuana libera.

Pur di riaffermare il proprio no ideologico a qualsiasi parola venga pronunciata da un esponente M5S, i Dem in questo caso rischiano proprio di darsi la zappa sui piedi. Ad esplicitare la nuova posizione in materia di droghe del Nazareno è Stefano Pedica secondo il quale “non ci sono droghe di serie A e B. Sono tutte pericolose e su un tema così importante non ci si può limitare a un dibattito parlamentare, serve un referendum”. Insomma, secondo Pedica, che si esprime come Carlo Giovanardi, “bisogna solo pensare alla salute. E, per una volta, ben vengano le parole di Salvini che ha messo un freno alla proposta dei 5 stelle”.