In occasione della puntata di questo lunedì 21 gennaio nella trasmissione "Un giorno da pecora" di Radio Uno è intervenuto Pierferdinando Casini, ex presidente della Camera e attualmente senatore iscritto al gruppo Per le Autonomie, il quale si è soffermato su numerosi aspetti dell'attualità Politica. Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.
Pierferdinando Casini attacca Salvini: 'Agita tutte le paure'
Pierferdinando Casini ha iniziato l'intervista a Lauro e Cucciari, dicendo: "Alle scorse elezioni politiche sono stati pochi i candidati appoggiati dal Pd ad aver vinto nei collegi uninominali, evidentemente dopo 36 anni che faccio politica, nella mia città, la gente un po' mi vuole bene, altrimenti mi avrebbero mandato a quel paese come hanno fatto con altri.
(...) Io non ho cambiato partito, ho appoggiato i Governi Letta, Renzi e Gentiloni, il salto della quaglia invece lo avrei fatto se mi fossi candidato con la coalizione di Salvini. Io non ho niente da spartire con Salvini. La Lega di Bossi alleata di Berlusconi era totalmente diversa. (...) Tanti dicono di me, ma Lega e 5 Stelle hanno fatto un'alleanza che davanti agli elettori avevano promesso di non fare mai. Oggi è cambiato il mondo rispetto a quando io ho iniziato a fare politica. Se il PD avesse fatto il Governo col M5S avrebbe fatto una follia, con quale faccia i dem avrebbero potuto farlo dopo una simile campagna elettorale?".
Parlando di Salvini, Casini ha detto: "Lo rispetto come ogni persona che fa politica seguendo i propri ideali, i quali però sono contrapposti completamente ai miei: lui agita tutte le paure della società italiana, mentre chi guida un Paese dovrebbe anche rasserenarlo, non invece stressarlo in continuazione.
Ad ogni disgrazia il giorno dopo Salvini va lì a fare cosa? Ad amplificare le cose. Sull'immigrazione nessuno dice che Minniti aveva già sostanzialmente fermato l'esodo verso l'Italia, ma si è voluto continuare con la paura del diverso perché serviva a far maturare i voti alla Lega: è molto chiaro".
Casini ricorda la DC
Casini ha poi affermato: "Temo che nessuno morirà democristiano, dopodiché io constato che ogni giorno di più c'è gente che dice 'era meglio morire democristiani' oppure 'erano meglio i democristiani', lo sento dire spesso da tante persone".
E sempre ricordando la vecchia DC, partito con il quale entrò in Parlamento per la prima volta nel 1983, ha detto: "Il potere è una grandissima illusione ottica: i vecchi democristiani, da Forlani ad Andreotti, erano gente che sapeva essere molto più con un senso di relatività più forte rispetto a quelli di oggi. Loro avevano gli attributi e sapevano di che cosa parlavano.
Avevano capacità e professionalità, non erano degli ignoranti".
'Il PD deve recuperare il voto dei moderati'
Entrando sui temi di prospettiva politica delle forze di opposizione ha detto: "Il Partito Democratico nel 2014 ha preso il 40% e lo ha fatto prendendo un sacco di elettori che in passato votavano per i partiti moderati. Io ne sono l'espressione, essendo stato candidato con il centrosinistra dopo aver fatto parte in passato del centrodestra da moderato. O il PD riprende questi voti o parliamo del niente. Se il primo appoggio all'appello di Calenda viene da Enrico Rossi e dalla Boldrini, non vedo come possano parlare ai moderati. Il problema vero è che se il PD non prende i voti moderati, al massimo recupera il rapporto con LeU.
Ma se il listone di Calenda alla fine significa PD+LeU, non so a chi interessi. Il PD rischia di essere un'autoconservazione nell'enclave della sinistra, ma sarà una cosa che interesserà a pochi italiani".
'Lega e M5S creeranno un nuovo bipolarismo'
Casini ha anche parlato del quadro politico generale che potrebbe realizzarsi nel prossimo futuro: "Si sta verificando una cosa: alla fine di questa legislatura Lega e M5S cercheranno di creare un nuovo bipolarismo fra di loro. Quelli di destra andranno con la Lega, mentre un'altra parte andrà col M5S. Questo schema che ormai è segnato. E lo dimostra il fatto che litigano ogni giorno ma restano al Governo insieme: lo fanno per far vedere che sono cose diverse, per prendere una parte di elettorato opposto.
Se in questo quadro il PD non rappresenta un'enclave che va oltre la vecchia sinistra e si limita a volerla ricomporre, di che cosa stiamo parlando? Consegniamo il Paese al bipolarismo M5S-Lega. Il problema degli italiani non è certo la ricomposizione a sinistra del PD".