Alcuni sindaci italiani, soprattutto di centrosinistra, con capofila il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando, sono in rivolta contro alcuni degli effetti del Decreto Sicurezza, convertito in legge dal parlamento solo poche settimane fa. Nello specifico, la fronda dei sindaci contesta l’articolo 13 della legge 132 che, se applicato, impedirebbero l’iscrizione all’anagrafe italiana, come avviene oggi, degli immigrati che hanno ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari o di lavoro. I vari Orlando, De Magistris, Nardella, ma anche l’ex M5S Pizzarotti, invocano l’incostituzionalità di una norma che a loro dire puzzerebbe di razzismo.

Per tutta risposta, il ministro dell’Interno Matteo Salvini avverte i sindaci che la pacchia sull’accoglienza è finita. In suo soccorso, se ce ne fosse bisogno, arriva il senatore leghista Toni Iwobi il quale, ben lungi dal difendere l’immigrazione incontrollata e clandestina dei suoi ‘fratelli’ africani’, si scaglia con veemenza contro i passati governi di sinistra che, fino ad oggi, avrebbero favorito il proliferare dell’immigrazione clandestina in Italia, finendo per favorire solo i furbi.

Leoluca Orlando sospende l’applicazione del Decreto Sicurezza a Palermo

A Palermo, il sindaco Leoluca Orlando mette in atto quello che può essere qualificato come un gesto di disobbedienza civile, impartendo agli uffici comunali la disposizione di sospendere, parole sue, “per gli stranieri eventualmente coinvolti dalla controversa applicazione della legge, qualunque procedura che possa intaccare i diritti fondamentali della persona, con particolare, ma non esclusivo, riferimento alle procedure di iscrizione della residenza anagrafica”.

La sua dura presa di posizione contro il decreto sicurezza trova l’immediato favore dei movimenti politici di sinistra, ma anche del Pd che, per bocca del suo segretario regionale siciliano, Davide Faraone, si rivolge polemicamente a Matteo Salvini: “Non ti consentiremo di fare il tuo macabro spot, la tua squallida campagna elettorale sulla pelle degli immigrati”.

Posizione estremista che, ovviamente, trova l’opposizione del leghista Toni Iwobi.

Toni Owobi all’attacco dei sindaci di sinistra

Raggiunto dall’agenzia di stampa Adnkronos, il primo senatore di colore della storia italiana si scaglia senza mezze misure contro quei sindaci di centro sinistra che hanno scelto di “disobbedire” al Decreto Sicurezza “con la scusa infondata del rispetto della Costituzione”.

Toni Iwobi considera questa scelta “miope” e fuori dalle prerogative concesse dalla Carta costituzionale ai sindaci. Iwobi difende la legge voluta da Matteo Salvini perché, dice, avrebbe finalmente “riportato la legalità nella gestione dei flussi migratori”. Bloccato, dunque, aggiunge il senatore della Lega, “il tentativo della sinistra di scavalcare il testo unico dell’immigrazione” creando un sistema che equiparava “richiedenti asilo, per la maggior parte clandestini, e rifugiati”, il tutto ovviamente “a spese dei contribuenti italiani”. Con la legge Salvini, invece, soltanto i “veri rifugiati” potranno ottenere tutti i diritti che gli spettano. La legalità è stata “ripristinata” e l’Italia da oggi potrà giovarsi di una “immigrazione sana e controllata”. Insomma, conclude Toni Iwobi, la pacchia è finita per i “soliti furbi” che fino a questo momento “hanno speculato sulle spalle dei cittadini italiani”.