Il caso Armando Siri, il Sottosegretario alle Infrastrutture in quota Lega, indagato per corruzione per una presunta tangente da 30mila euro, oltre a mettere a rischio la tenuta del governo gialloverde, ha scatenato tutti i peggiori ‘nemici’ di Matteo Salvini. Tra questi c’è sicuramente Marco Travaglio, il direttore del Fatto Quotidiano che non si lascia mai sfuggire l’occasione per criticare l’operato del capitano leghista. Nel suo editoriale pubblicato nel giorno di Pasqua, Travaglio rende noto che il Ministro dell’Interno si è rifiutato di concedergli un’intervista.

E così l’impertinente giornalista si è permesso comunque di porgli 10 scomode domande, tutte sull’affaire Siri.

L’editoriale di Marco Travaglio contro Matteo Salvini

Dopo aver informato i suoi lettori che Matteo Salvini non si è neanche degnato di rispondere alla sua richiesta di intervista, Marco Travaglio comincia a snocciolare le 10 domande che avrebbe voluto fare al Ministro e che, se vorrà, potrà porgli in futuro. Nella prima gli chiede perché non trovi mai il tempo di “dire una parola” su Paolo Franco Arata, il faccendiere, ex parlamentare berlusconiano, in contatto con Armando Siri, sospettato di essere socio di un imprenditore siciliano ritenuto molto vicino a Matteo Messina Denaro, il boss latitante di Cosa Nostra.

Chi e quando glielo avrebbe presentato? E poi, chi ha conosciuto prima, il padre Paolo o il figlio Federico, assunto dal Sottosegretario Giorgetti? “Ha mai pensato di prendere informazioni su quella strana famiglia - gli chiede polemicamente Travaglio - prima di inocularla come un virus letale nella Lega?”.

‘Arata ha mai finanziato la Lega?’

La terza domanda posta da Marco Travaglio riguarda il fatto che Arata senior sia stato incaricato di stilare il programma della Lega sull’energia, nonostante il suo noto conflitto di interessi proprio perché opera da anni in quel settore. E perché, se l’intenzione di Matteo Salvini era quella di far dimenticare la gestione Bossi-Belsito, si sarebbe affidato ad un imprenditore come Arata, ‘chiacchierato’ per i suoi rapporti con “la vecchia politica siciliana”?

Alla luce della “serie impressionante di favori” fatti dalla Lega di cui avrebbe beneficiato la famiglia Arata, a Travaglio viene il dubbio che Salvini e i suoi debbano “qualcosa a quella famiglia” e chiede al segretario leghista di smentire il fatto che gli Arata abbiano mai finanziato il suo partito.

Travaglio: ‘Armando Siri è un bugiardo seriale’

Domanda numero sei incentrata sulla richiesta fatta a Matteo Salvini di esprimere un proprio parere sull’emendamento, mai approvato, che avrebbe favorito gli interessi di Arata in cambio della presunta tangente da 30mila euro versata ad Armando Siri. Travaglio ricorda anche i ripetuti tentativi fatti da alcuni uomini della Lega (Siri e Romeo) di far passare quell’emendamento e gli chiede di giudicare il comportamento del suo consigliere economico descritto dai magistrati come “asservito ad interessi privati”.

Secondo Marco Travaglio “Siri è un bugiardo seriale” perché avrebbe mentito a più riprese sui suoi rapporti con Arata, negando persino di conoscerlo. “Non basta questo per dimissionarlo?”, chiede allora a Salvini. Anzi, Siri non avrebbe proprio dovuto essere nominato Sottosegretario perché già condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta, da lui stesso ammessa. La domanda finale riguarda la richiesta di “autocritica” nei confronti del Vicepremier leghista il quale, se non avesse fatto entrare Siri al governo, non si troverebbe certo ad affrontare il primo “scandalo” del governo gialloverde.