Insulti, vessazioni e insinuazioni sono i tasselli che nelle ultime settimane, in vista delle europee e delle comunali di domenica 26 maggio, stanno facendo capolino nel governo gialloverde guidato da Giuseppe Conte, il premier che tuttavia non viene risparmiato in questa diatriba. I due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, rispettivamente ministro del Lavoro (Movimento Cinque Stelle) e ministro dell'Interno (Lega), hanno messo in atto una vera e propria guerriglia che ha acuito le loro distanze e messo maggiormente in evidenza le difficoltà insite in questo "matrimonio".

"Scaramucce" elettorali che hanno conseguenze da un lato sull'operato dell'esecutivo, che appare sempre più spaccato, e dall'altro sulla popolazione italiana, ormai ben cosciente che i due vicepremier corrono su due linee parallele e, in quanto tali, destinate a non incontrarsi mai. Battibecchi che lasciano in cantiere alcuni importanti provvedimenti più volte annunciati o attesi.

I decreti in via di approvazione

Sono due i provvedimenti che dovrebbero avere il percorso spianato, prescindendo dall'esito della tornata del prossimo 26 maggio e dai litigi che vedono coinvolti Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Essi sono il decreto sulla stabilità finanziaria in caso di Brexit che, già approvato dal Senato, dovrebbe avere l'ok da parte della Camera entro la giornata di venerdì 24 maggio.

L'altra misura, per la quale non dovrebbero esserci impasse insormontabili, è quella riguardante le emergenze in agricoltura. Tale decreto, infatti, ha già conosciuto l'approvazione della Camera, ma occorre attendere il 28 maggio affinché l'iter possa dirsi definitivamente completo. Alla base del suddetto provvedimento vi è la primaria necessità di sostenere le imprese agroalimentari colpite da avverse condizioni atmosferiche di carattere eccezionale e di favorire il rilancio dei settori agricoli e ittici in crisi promuovendo l'attuazione di disposizioni urgenti.

I provvedimenti 'bloccati'

Dispute elettorali sì, ma quanto male fanno ai provvedimenti che sono rimasti su quel tavolo intorno al quale il governo del premier Conte è rimasto vuoto per giorni. Innanzitutto il decreto crescita, così tanto atteso, ma che non ha conosciuto la gioia dell'approvazione né da parte del Senato né della Camera.

Situazione analoga anche per il decreto sblocca-cantieri, che dovrebbe liberare gli investimenti e, per questa strada, rilanciare l'economia, ma che di fatto resta bloccato.

Le altre dispute

A raggelare i rapporti tra i due vicepremier e, per estensione, ai loro rispettivi partiti sono il caso Siri, che vede come protagonista il leghista sottosegretario ai Trasporti accusato di corruzione e contro il quale i grillini si sono battuti strenuamente fino ad ottenerne le dimissioni; e non meno importante la questione migranti con il leader del Carroccio che spinge per avere i porti chiusi e Di Maio, invece, volto ad adottare una Politica meno drastica.