L'appuntamento con le elezioni europee si avvicina. L'immediato seguito della tornata elettorale rappresenterà probabilmente una fase cruciale di quello che sarà il futuro del governo che, nel frattempo, continua a raccogliere pareri favorevoli e sfavorevoli. Alla seconda cerchia si iscrive il pensiero di Gianpiero Mughini, espresso in un'intervista rilasciata a The Huffington Post, proprio nel periodo in cui viene pubblicata la sua ventinovesima fatica letteraria che si chiama "Memorie di un rinnegato". Un volume in cui racconta un po' la sua esperienza da giornalista all'interno delle redazioni.
L'occasione, però, è stata proficua anche per parlare dei maggiori protagonisti dell'attuale scena politica.
'Il governo? Disposti a tutto pur di moltiplicare i consensi'
Non è la prima volta che Mughini si espone con parole poco lusinghiere nei confronti del governo attualmente in carica. E anche stavolta non ci sono dichiarazioni al miele per Salvini, Di Maio e gli altri esponenti della squadra di Giuseppe Conte. "Sono così eccitati - ha detto - dalla grande occasione del potere da essere disposti a tutto pur di moltiplicare i consensi". E la definizione che riserva è significativa: "banda di energumeni insensibile alle regole classiche della ragione".
'Salvini non è un fascista'
Nel corso della lunga intervista Mughini ha manifestato forte distanza dall'idea che Salvini possa essere assimiliato ad una personalità politica che si ispira al fascismo.
Lo scrittore ha sottolineato che il leader della Lega si accosta poco con idee affini a quelle del Ventennio. Men che meno può essere la scelta di un editore per il suo libro a far sviluppare certe idee secondo Mughini che ritiene, invece, il Ministro il prodotto di una particolare fase storica contraddistinta dalla crisi economica, da una straordinaria ondata migratoria.
"Che c'entra - si chiede - la parola fascista?".
Nei confronti di Salvini, Mughini enuncia un giudizio in cui lo definisce "un animale politico". Una figura con un fiuto speciale per gli umori del paese, che vengono individuati ed intercettati dalla sua politica. Riguardo, invece, alla gestione dei migranti sottolinea come pur trovandolo "miserevole", la democrazia può dover fare i conti con un elettorato che, invece, si sente rassicurato dalla decisione di lasciare degli uomini in mezzo al mare.
Non manca però una stoccata agli stessi elettori, considerata la puntualizzazione in cui dichiara come si vada a votare spesso per "motivi meschini" e non certo dopo aver letto Adam Smith o Norberto Bobbio. Parole che, naturalmente, sono destinate a far discutere.