Senza dubbio, un vero e proprio ultimatum quello del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte all'indirizzo dei due vice-premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Senza tanti giri di parole, senza mezzi termini e senza utilizzare il politichese, il premier ha usato parole molto dure rivolte ai leaders politici delle due principali attuali forze politiche del Paese. Un aut aut, dunque, rivolto ai due vice-premier che sostengono il suo Governo: «Non vivacchio alla giornata. O si va avanti per il bene dell'Italia o rimetto il mandato al Presidente Mattarella.

Il paese non può più attendere: voglio una risposta netta, chiara, rapida ed inequivocabile' - ha affermato il primo ministro nel corso della conferenza stampa svoltasi nella serata di ieri, lunedì 3 giugno 2019, a Palazzo Chigi (Roma).

La conferenza

Giuseppe Conte rivendica l’azione del proprio esecutivo, un Governo che - assicura - sarà caratterizzato dal cambiamento rispetto al passato. Il premier, nel lungo incontro, rispondendo alle domande di giornalisti, stampa e cronisti, rammenta il giorno del suo giuramento dinanzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (poco più di un anno or sono), cita i provvedimenti messi in atta dalla sua maggioranza, assieme a quelli ancora da intraprendere ed attuare, confessa di aver sottovalutato gli effetti collaterali di una costante campagna elettorale in cui sono sempre più impegnati i due leaders.

Di Maio (Movimento Cinque Stelle) e Salvini (Lega-Salvini Premier). Da parte mia - ha dichiarato Conte - rimango sempre disponibile a lavorare con la massima determinazione possibile per completare questo percorso di cambiamento. Ovviamente non posso, da solo, continuare verso questa direzione. Occorre che le due forze politiche siano consapevoli dei loro compiti e delle proprie responsabilità verso gli Italiani che li hanno votati'.

'Se non dovessero esserci più le condizioni per andare avanti, non vivacchierò per allungare la mia permanenza al Governo, ma rimetterò il mio mandato al Capo dello Stato' - ha concluso il premier.

La leale collaborazione

Secondo il presidente Conte, i provvedimenti da mettere in atto richiedono coraggio, tempo e lungimiranza, ma soprattutto la necessità di uscire da una continua campagna elettorale ed entrare in una visione strategica, diversa dal fare a gara da chi colleziona più 'mi piace' su Instagram e su Facebook.

Il primo ministro parla a più riprese di una 'leale collaborazione', vale a dire che ogni ministro debba concentrarsi sulla propria sfera di competenza, senza prevaricare su scelte di altri colleghi per evitare di minare alla credibilità dell'intera squadra di Governo.