Dal 12 giugno 2019 almeno 43 migranti si trovano a bordo dell'imbarcazione olandese Sea Watch 3, appartenente all'organizzazione umanitaria non governativa tedesca Sea Watch International. La stessa nave della ONG si trova nelle vicinanze del porto di Lampedusa ma non può sbarcare in Italia, a causa del Decreto Sicurezza bis. Inoltre, pochi giorni fa la stessa Corte Europea dei diritti dell'uomo ha respinto il ricorso presentato dai migranti e dallo staff dell'imbarcazione, ritenendo insufficienti le motivazioni che sono state portate.

La portavoce italiana della ONG: 'Bisogna portare in salvo i migranti a qualunque costo'

Durante il noto programma di La7 'L'Aria che Tira', anche la portavoce italiana della Sea Watch International, Giorgia Linardi, ha detto la sua sull'attuale vicenda che sta interessando l'imbarcazione e la stessa ONG. Più specificatamente, la Linardi ha sostenuto che la capitana della nave ha la responsabilità morale e legale di far sbarcare in modo sicuro i migranti che si trovano nella stessa imbarcazione. Oltre a ciò, riporta un articolo pubblicato sul sito web del Tempo, la Linardi ha ricordato che la sentenza della Corte di Strasburgo ha concluso che il governo italiano si dovrebbe dar da fare per assicurare l'assistenza necessaria a tutti i migranti che si trovano in condizioni vulnerabili per questioni di salute e/o di età.

La comandante ha deciso di forzare il blocco

Andando maggiormente nei particolari, Giorgia Leonardi ha voluto anche commentare sul recente annuncio fatto dalla stessa comandante della Sea Watch 3, la tedesca Carola Rackete. Più specificatamente, pochi giorni fa la stessa Rackete aveva affermato che sarebbe stata pronta pure a forzare il blocco che interessa la nave, allo scopo di portare a salvo i 43 migranti che si trovano nell'imbarcazione dell'organizzazione umanitaria non governativa.

Per tale fine, la comandante dell'imbarcazione aveva fatto capire di essere pronta anche ad affrontare delle conseguenze di stampo legale.

Poche ore fa, la stessa Rackete ha deciso di voler passare dalle parole ai fatti e ha dato il via libera allo sbarco della nave a Lampedusa. Ora la comandante della Sea Watch 3 rischierebbe di essere accusata per favoreggiamento nei confronti dell'immigrazione irregolare e, inoltre, di prendersi una multa ed avere la stessa imbarcazione confiscata da parte delle autorità.

Pochi giorni fa e proprio allo scopo di sostenere eventuali spese per l'assistenza legale, la Sea Watch International aveva lanciato su Twitter una raccolta fondi.

La questione sarà certamente affrontata nei prossimi giorni da parte dei media e rappresenta l'ennesima saga della 'lotta' tra le ONG e Matteo Salvini.