Jean Claude Juncker rivendica il merito di aver contribuito alla metamorfosi di Giuseppe Conte. Secondo il Presidente uscente della Commissione europea, infatti, il Presidente del Consiglio italiano indicato dal M5S, impegnato a dare vita al suo secondo governo, si sarebbe trasformato nel giro di poco più di un anno da pericoloso populista a capo di governo “moderato e dialogante”. A riportare questo piccante retroscena è stato il quotidiano torinese La Stampa che sembra non avere dubbi, visto che titola a caratteri cubitali: ‘Juncker loda la metamorfosi di Conte e la rivendica: È come con Tsipras’.

Il riferimento del politico lussemburghese è al collega Alexis Tsipras, Premier della Grecia fino a pochi mesi fa, considerato l’artefice del risanamento economico del Paese ellenico, ma sotto l’attenta regia della Ue che inizialmente aveva sfidato.

Il retroscena de La Stampa: ‘Juncker rivendica la metamorfosi di Conte’

Insomma, secondo quanto riporta La Stampa, Jean Claude Juncker vorrebbe apporre il suo sigillo sulla nascita del governo Conte 2. Per l’ex numero uno della Commissione Ue, infatti, Giuseppe Conte non sarebbe altri che un nuovo Alexis Tsipras, l’ex Premier di sinistra greco che aveva osato sfidare apertamente i burocrati di Bruxelles dopo il fallimento economico del suo Paese ma che, nel giro di pochi mesi, si era trasformato in un mansueto agnellino piegato alla volontà di Berlino e soci.

Juncker sarebbe “convinto di aver vinto la propria scommessa”, ovvero quella di mandare in porto la cosiddetta ‘operazione Tsipras’, trasformando Conte, capo di un governo giudicato “populista” perché formato da M5S e Lega, in un “capo di governo moderato e dialogante”. Insomma, il “burattino” Giuseppe Conte (copyright Guy Verhofstadt) sarebbe diventato il “fedele alleato” di un partito considerato amico dei vertici Ue come il Pd.

Giuseppe Conte paragonato ad Alexis Tsipras

Il quotidiano torinese racconta che il paragone tra Giuseppe Conte e Alexis Tsipras sarebbe stato evocato più volte da Juncker. Il politico lussemburghese si sarebbe dimostrato sicuro di aver contribuito personalmente a quella che viene descritta come la “metamorfosi” del collega in quota M5S.

Dimostrazione plastica di questo mutamento a 180 gradi sarebbero il buon esito delle trattative per evitare procedure sul debito italiano, ma anche il voto dei pentastellati in favore della nuova Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Il premio per i 5 Stelle sarebbe l’ingresso dei suoi 14 deputati europei in un gruppo che conta come quello dei Liberali o dei Verdi. A sancire la ritrovata pace tra gli ex populisti del M5S e le istituzioni europee, poi, ci ha pensato il commissario uscente al Bilancio Ue Guenther Oettinger, il quale ha parlato senza peli sulla lingua di “ricompensa” per il nuovo governo italiano.