La diatriba tra il Ministro dell'Interno Matteo Salvini e l'asse franco-tedesco sulla gestione dei migranti e dei flussi migratori diventa sempre più aspra con il passare dei giorni. Dopo gli attacchi del presidente francese Emmanuel Macron e del ministro tedesco degli Interni Horst Seehofer che hanno invitato l'Italia ad aprire i propri porti alle navi delle Ong, siamo arrivati ad un'accusa specifica di ricatto.

Dai microfoni di SkyTg24 il Vice Presidente del Consiglio giallo-verde ha raccontato di un retroscena che, fino a quel momento, nessuno conosceva.

Avrebbe infatti ricevuto una mail dal governo di Berlino nella quale si comunicava all'italia l'intenzione di accogliere i 30 migranti scesi da poche ore dalla nave Gregoretti solamente dietro l'impegno ad aprire i porti alla nave Alan Kurdi che poche ore fa ha soccorso altre 40 persone di fronte alle coste della Libia e si sta dirigendo verso Lampedusa.

'Quello della Germania è un vero e proprio ricatto all'Italia'

Matteo Salvini lo dice chiaramente: il contenuto della mail ricevuta è da considerarsi e da interpretare quale vero e proprio ricatto. Non è possibile, secondo il capo del Viminale, non mantenere la parola data quando è stata garantita l'accoglienza per una parte dei migranti soccorsi dalla nave della nostra Guardia Costiera, e ripartiti con altre nazioni dell'Unione Europea senza ulteriori condizioni di sorta.

Si chiede ironicamente se in Germania siano seri o se stiano giocando al popolare gioco del "rubamazzetto", ricordando che l'Italia non è il campo profughi della Germania e concludendo, con un linguaggio che potremmo definire poco istituzionale, di essersi - testuale - "rotto le p...".

Resta alta la tensione tra Roma e Berlino dopo i contrasti con Parigi della scorsa settimana

La tensione tra la cancelleria di Angela Merkel ed il Viminale è destinata a rimanere elevata, visto che la nave Alan Kurdi, oggetto della mail che Matteo Salvini sostiene di aver ricevuto, sta dirigendosi rapidamente verso le coste italiane.

L'imbarcazione, infatti, è gestita dalla Ong tedesca Sea Eye.

Contravvenendo agli ordini della Guardia Costiera libica, il comandante della nave da soccorso, dopo aver raccolto in mare 40 naufraghi nella zona SAR di compentenza di Tripoli, ha disobbedito all'ordine di dirigersi verso il porto libico per volgere la sua prua verso l'isola siciliana di Lampedusa, considerata "porto sicuro".

Il braccio di ferro che probabilmente si cercherà di fare contro Matteo Salvini questa volta potrebbe avere l'avallo dei governi francese e tedesco che nei giorni scorsi avevano inoltrato al nostro governo la richiesta di riaprire i porti.