Il neonato governo Conte 2, formato dopo l’accordo raggiunto tra M5S, Pd e LeU sembra avere il vento in poppa. Ancor prima di ricevere la fiducia delle due Camere, ha ottenuto all’unisono quelle della stampa nazionale e internazionale, dei Mercati, dell’Unione Europea e persino del Presidente Usa Donald Trump. Anche i sondaggi sulle diverse forze politiche danno una mano al Premier Giuseppe Conte, visto che il M5S è dato in evidente risalita, proprio ai danni dell’ex alleato Matteo Salvini la cui Lega paga l’azzardo compiuto dal suo capo di staccare la spina al governo gialloverde.

Certo, i rilevamenti statistici sul grado di fiducia dei Ministri dell’esecutivo Conte non lasciano certo dormire sonni tranquilli, visto che il leader pentastellato Luigi Di Maio risulta tristemente ultimo. Chi, invece, spera ardentemente, ma non è per nulla convinto, nella buona riuscita dell’alleanza giallorossa è Marco Travaglio. Il problema del direttore del Fatto Quotidiano, però, resta sempre lo stesso: il Pd e i suoi esponenti.

L’editoriale di Marco Travaglio contro il Pd: ‘Gli irredimibili’

Si dimostra molto amareggiato Marco Travaglio nel suo ultimo editoriale, pubblicato sul Fatto Quotidiano domenica 8 settembre. Oggetto della sua delusione e dei suoi strali è uno dei due azionisti di maggioranza del governo Conte 2.

Si tratta ovviamente del Pd e dei suoi esponenti che, secondo il giornalista, non avrebbero fatto tesoro di tutte le “lezioni” impartite negli ultimi anni che hanno portato il partito del Nazareno ad una storica emorragia di voti che lo hanno, infine, ridotto al suo minimo storico nelle elezioni Politiche del 2018. Bastonate il Pd ne aveva già prese anche alle elezioni del 2008, del 2013 e al referendum costituzionale del 2016 voluto dall’allora Premier Matteo Renzi.

Ma tutte queste “lezioni”, appunto, non sarebbero servite a nulla, visto che il ‘nuovo’ Pd che si presenta ai nastri di partenza del governo Conte 2 non sembra affatto intenzionato a dare avvio ad un “radicale rinnovamento di classi dirigenti, contenuti e prassi politiche”.

Il direttore del Fatto: ‘Perché il Pd non prova a fare governo con Salvini?’

Esempio fisico della presunta irredimibilità del Pd sostenuta da Marco Travaglio sono due esponenti dem come il Vicesegretario Andrea Orlando e la neo Ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. “Anziché camminare in punta di piedi, con gli occhi bassi e il capo chino”, accusa Travaglio, i membri del Nazareno si comportano come “padroni del vapore” di Palazzo Chigi, senza comprendere che la “restaurazione” che vogliono mettere in atto li farà precipitare ulteriormente nelle urne. La De Micheli, invece di pensare a difendere l’ambiente, promette di cementificare tutto. Dario Franceschini e Roberto Gualtieri, poi, rispettivamente Ministri di Cultura ed Economia, richiamano in servizio i “boiardi” Nastasi e Garofoli.

E Orlando già contesta la riforma della Giustizia del grillino Alfonso Bonafede. Insomma, ironizza Travaglio, visto che il Pd la pensa come la Lega su Grandi Opere e Autostrade, perché non prova a fare un governo con Salvini?