Rischia di diventare una bufera quella che si sta vivendo nel Movimento 5 Stelle in queste ore. Dopo il voto della base, che ha deciso di partecipare alle prossime elezioni regionali emilano-romagnole e calabresi, non si è fatta attendere la reazione del capo politico Luigi Di Maio, che ha chiaramente confermato la sua intenzione di voler correre in maniera indipendente. Ieri pomeriggio, a margine della sua prima tappa del tour siciliano, ai cronisti presenti, ha dichiarato: "Col voto di ieri il M5S ci ha detto a Roma c'è il governo, ma sul territorio c'è il movimento: e non possiamo asservire il M5S alle logiche del governo".

Sembra chiusa quindi, qualsiasi tipo di alleanza col Partito Democratico, nonostante i continui corteggiamenti del segretario Dem Nicola Zingaretti in ottica, soprattutto, Emilia-Romagna.

La scelta dei candidati

Per quanto riguarda la scelta dei due candidati che si presenteranno per guidare le due regioni in questione, invece, Luigi Di Maio ha annunciato su Facebook che la prossima settimana sarà cruciale. Ieri, Intanto, il leader pentastellato ha incontrato il deputato Paolo Parentela, il consigliere regionale Andrea Bertani e il senatore Gabriele Lanzi, rispettivamente, i coordinatori di Calabria ed Emilia-Romagna. Per la Calabria, in queste ore, è spuntato il nome di Francesco Aiello, attualmente docente di Politica Economica presso l'Università della Calabria e dato, da fonti del Movimento 5 Stelle calabrese, come il candidato ufficiale su cui si punterà.

Discorso tutto da definire invece per l'Emilia-Romagna, dove la partita sembra tutta ancora da scrivere. Decisiva, quindi, la settimana prossima.

La replica di Bonaccini al voto su Rosseau

La vicenda Rousseau ha suscitato reazioni anche da parte dell'alleato di governo. Nello specifico, è stato Stefano Bonaccini ieri, durante un'intervista al Corriere della Sera, a ribattere sul responso del voto della base grillina con tono decisamente deludente: "Non rincorro nessuno perché le alleanze si fanno su programmi chiari.

Ma ribadisco che commettono un errore a non confrontarsi sul merito dei problemi che abbiamo davanti e sulle questioni che ho proposto in modo aperto per i prossimi 5 anni. Rinunciare ad assumersi responsabilità significa precludersi la possibilità di contare e lavorare per i propri obiettivi, oltre che regalare un vantaggio ad una destra che non sta mostrando particolare interesse per questa regione, ma solo l'intenzione di mandare a casa il governo Conte" ha concluso. Non sembrano esserci margini di alleanza di nessun tipo quindi, nonostante lo stesso Bonaccini abbia più volte auspicato un confronto con i 5 Stelle.