Lunedì 23 dicembre è il giorno del voto finale alla Camera sulla manovra economica. Il governo giallorosso guidato da Giuseppe Conte ha posto la questione di fiducia allo scopo di evitare "tranelli" parlamentari e portare a casa la manovra proprio alla vigilia dell'inizio delle festività natalizie. Le opposizioni, naturalmente, hanno protestato, scagliandosi contro la compressione dei tempi del dibattito e l'impossibilità di poter modificare un testo arrivato "blindato" a Montecitorio dopo il voto del Senato. "Scempio, schiaffo al parlamento, pagina buia della democrazia", sono solo alcuni dei commenti rilasciati in aula di cui riferisce il Tg di La7.
Ma l'accusa più grave l'ha formulata senza dubbio Matteo Salvini. Intervistato da Mario Giordano sul quotidiano La Verità, il leader della Lega ha parlato senza mezzi termini di "democrazia sospesa" e si è scagliato, pur senza nominarlo, contro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Silenzi preoccupanti di chi dovrebbe controllare", ha denunciato infatti il capitano leghista.
L'intervista di Mario Giordano a Matteo Salvini
È una vera e propria intervista-fiume quella rilasciata lunedì 23 dicembre da Matteo Salvini a Mario Giordano su La Verità. Già la prima pagina del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro non lascia troppo spazio all'immaginazione su quello che sarà il contenuto della chiacchierata tra il leader della Lega e il conduttore di Fuori dal coro, talk show di Rete 4.
"Parla Salvini: oggi la democrazia è sospesa (e Mattarella tace)", si legge a lettere cubitali sulla prima pagina del giornale. Seguono alcuni virgolettati che, come quello principale appena riferito, vengono attribuiti al leader del Carroccio. "Parlamento espropriato nel silenzio di chi deve controllare", denuncia Salvini in riferimento al già citato voto di fiducia imposto dal governo Conte sulla manovra economica.
Il fantomatico controllore che non si esprime, poi, non può essere altri che Mattarella, nel suo ruolo di Capo dello Stato. Per quanto riguarda il caso Gregoretti, invece, il capitano leghista prevede che l'eventuale processo sarà una "festa" e che, se lo dovessero far fuori per via giudiziaria, "ci saranno altri 100 Salvini".
I suoi ex alleati Conte e Di Maio, poi, vengono bollati come dei "Giuda che non vanno lontano".
Il leader della Lega denuncia i silenzi di Mattarella sulla presunta sospensione della democrazia
Il passaggio più importante dell'intervista a Mario Giordano resta, comunque, senza ombra di dubbio, quello sulla manovra economica. "Oggi stiamo vivendo un momento di sospensione della democrazia", dichiara Matteo Salvini parlando del doppio voto di fiducia voluto dal governo sulla manovra. "Con dei silenzi preoccupanti di chi dovrebbe controllare", aggiunge poi in modo sibillino facendo riferimento a Mattarella. "La maggioranza sta portando avanti una manovra economica a colpi di fiducia, silenzi e decreti", prosegue nel suo atto di accusa, non ritenendo questo comportamento "degno di una democrazia parlamentare".
Insomma, secondo Salvini, non si può dire che "il parlamento va bene se dà la fiducia a Conte e non va bene se si tratta di parlare di tasse". Per questo motivo, il leader della Lega sostiene che "siamo in una sospensione di democrazia. La quale sospensione, però, non potrà durare a lungo".