Nella puntata di DiMartedì, andata in onda il 28 gennaio su La7, si è potuto assistere ad un confronto a distanza tra Vittorio Sgarbi ed Elsa Fornero. Il critico d’arte e l’ex Ministro del Lavoro durante il Governo Monti sono stati protagonisti di un duro botta e risposta sul giudizio da assegnare a Matteo Salvini. Il leader della Lega, infatti, viene messo sotto la lente di ingrandimento dal conduttore Giovanni Floris per il comportamento tenuto nei due casi che hanno fatto più discutere durante le recente campagna elettorale in Emilia-Romagna: la citofonata al presunto spacciatore tunisino nel quartiere Pilastro di Bologna e le accuse al Pd sul caso dei bambini di Bibbiano.

Secondo la Fornero si tratta di operazioni mediatiche di stampo “squadrista”. Sgarbi, invece, la pensa completamente all’opposto.

Elsa Fornero a DiMartedì parla di Salvini al citofono: ‘Impressione dolorosa’

Nel corso dell’ultima puntata di DiMartedì, Giovanni Floris mostra la foto di Matteo Salvini mentre citofona al presunto pusher, definendolo “uno dei momenti clou di questa campagna elettorale. Oggi Facebook ha deciso addirittura di togliere il video” e chiedendo alla Fornero quale impressione ne abbia ricavato. “Un’impressione dolorosa - commenta secca la professoressa - ricordo benissimo quando lui ha organizzato una spedizione squadrista a San Carlo Canavese, il mio paese natio, dove è andato a fare una delle sue bravate.

Questo gesto del citofono ha rinnovato in me il dolore che provai in quella ed in un’altra occasione analoga. Mi sono domandata se lui comprende quello che sta facendo. La risposta che mi sono data è ‘No’. Forse non capisce perché non ha un sufficiente senso delle istituzioni”.

Lo scontro tra Fornero e Sgarbi a DiMartedì

A detta di Elsa Fornero “non si va a casa di una persona a suonare e dire ‘lei spaccia’.

Se anche Salvini aveva avuto un’indicazione che veniva da una madre di famiglia alla quale era morto il figlio per droga, lui doveva andare dalle forze dell’ordine a segnalare l’episodio. Questo si fa un un Paese civile, non si va a suonare. Quello che ha aggiunto in me dolore è che c’erano molte persone vicino a lui, ma nessuno gli ha detto ‘scusi ma cosa sta facendo?

Si rende conto?’”. Uno sfogo al quale Vittorio Sgarbi è chiamato a replicare. “Penso con altrettanta serietà esattamente l’opposto - la stoppa subito il critico d’arte prestato alla Politica - ma non tanto perché il gesto in sé non possa essere considerato inopportuno, quanto perché ci sono tradizioni straordinarie di illegalità della politica in nome di diritti legati a persone mortificate”.

DiMartedì, Sgarbi scatenato: ‘Suonare il campanello è un diritto’

Vittorio Sgarbi è un fiume in piena a DiMartedì. “C’è un mondo politico che non lo farebbe, ma Salvini, che è un giovane, ha preso esempio da voi, dalla tv, da Le Iene o Striscia la notizia che mandano qualcuno a suonare il campanello. - fa notare - Sono state arrestate 340 persone in Calabria dal signor Gratteri (Procuratore di Catanzaro ndr), ma 90 sono state liberate.

Un fatto molto più grave. Quindi non possiamo scandalizzarci di un gesto forse infantile, ma certo non squadrista. Suonare il campanello è un diritto. La Fornero prova a controbattere che “non mi pare un diritto e non mi pare che, se anche ci sono stati abusi in passato, sia motivo per un ex Ministro degli Interni fare campagna elettorale in quel modo. C’è qualcosa che si chiama rispetto delle istituzioni e delle persone. Salvini non deve suonare il campanello, gesto di inaudita gravità”. Ma Sgarbi chiude la partita: “Quella di Salvini è propaganda, è teatro ma non è illecito. Un gesto voluto, teatrale e legittimo. Posso giudicare di per sé la cosa non elegante, ma non una forma di squadrismo”.