Il Tribunale di Catania è in attesa di sapere se avrà dal Parlamento l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. I fatti in esame riguardano la nave Gregoretti, che alla fine del mese di luglio 2019 rimase per cinque giorni in mare prima di poter attraccare e far così sbarcare i naufraghi salvati in mare dagli uomini della Guardia Costiera italiana. Il leader della Lega ha presentato in Senato una memoria difensiva mirata a provare il coinvolgimento di tutto il governo in quella che era stata la sua decisione di non far sbarcare la nave militare con a bordo 131 migranti.

Tra coloro che ne erano a conoscenza, secondo il leader della Lega, c'era anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Tuttavia, secondo quanto rivelato dal quotidiano La Stampa, fonti vicine a Palazzo Chigi hanno annunciato l'intenzione del premier di smentire la tesi di Salvini attraverso prove politiche e formali.

Gregoretti: Salvini presenta memoria con prove

Tutto nasce dalla memoria difensiva di quasi trenta pagine presentata da Salvini in Senato. All'interno ci sono le prove di quella che sarebbe stata una corrispondenza interministeriale e soprattutto l'interesse da parte del premier per la redistribuzione dei migranti. Questo rappresenterebbe la certificazione del fatto che la decisione di non far sbarcare i migranti sarebbe il frutto di una decisione collegiale presa nell'interesse nazionale e non dell'iniziativa singola dell'allora Ministro dell'Interno.

L'intento di Salvini sembra essere quello di mettere sullo stesso piano ciò che è stato per la Gregoretti con quanto fu per la Diciotti, caso per cui tutto il governo prese in carico la decisione. Adesso gli ex alleati grillini della Lega sono pronti a votare favorevolmente all'autorizzazione a procedere nei confronti del leader del Carroccio per la sua condotta sul caso.

Gregoretti: Salvini sette giorni dopo aprì la crisi

La Stampa rivela di aver appreso che la contro-difesa si baserà una serie di tesi sia politiche che formali. In particolare si dovrebbe puntare sul fatto che la questione Gregoretti non fu all'ordine del giorno nel Consiglio dei Ministri del 31 luglio, né in quelli successivi.

"Non ci sarebbe - si legge nell'articolo - quindi nessun atto a certificare il coinvolgimento del governo". Si mirerebbe, inoltre, a far leva sul fatto che l'interesse di Conte si sarebbe concretizzato unicamente soltanto nella fase di redistribuzione e non nella scelta di non far sbarcare la nave con i migranti. Occorre, inoltre, sottolineare come il caso Gregoretti si delineò in una fase temporale in cui la crisi di governo doveva essere solo ufficializzata: sette giorni prima era emersa la frattura con la spaccatura in Senato , sette giorni dopo (il 7 agosto) Salvini aveva scelto di aprire in maniera unilaterale la crisi. Questo testimonia come già allora i rapporti tra le parti erano piuttosto tesi e forse le comunicazioni non erano più così fluide. Si attende adesso di capire come andranno le cose.