Maurizio Belpietro dedica il suo editoriale, sulla prima pagina de La Verità, alle vicende riguardanti le "intercettazioni" tra magistrati su Matteo Salvini. In breve, il giornale diretto da Belpietro, nelle scorse settimane, ha pubblicato delle intercettazioni in cui due magistrati discutevano di Salvini e della sua condotta Politica. In particolare, il magistrato Luca Palamara dialogando via chat con il collega Paolo Auriemma sosteneva che, seppur stesse facendo bene da ministro dell'Interno sul tema migranti, il leghista andasse attaccato ugualmente.

Ad essere coinvolti nella discussione erano comunque due magistrati che nulla avevano a che vedere con i territori di competenza delle procure che avevano messo sotto la lente d'ingrandimento l'operato dell'allora ministro dell'Interno. Belpietro, sottolineando che quelle conversazioni non hanno rilevanza penale, chiama in causa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo Belpietro, le circostanze richiederebbero un intervento da parte del capo dello Stato.

Belpietro attacca il Corriere della sera

Maurizio Belpietro, prima di esprimere la propria opinione, cita un articolo uscito sul Corriere della sera del 25 maggio, soffermandosi su alcuni punti. In particolare, sottolinea come il testo, scritto da quello che il direttore de La Verità definisce polemicamente "l'esperto di cose del colle", metta in risalto il fatto che il presidente della Repubblica non abbia autorità disciplinare nei confronti dei magistrati.

Belpietro, inoltre, segnala il passaggio dell'articolo in cui si pone in evidenza il fatto che le intercettazioni degli esponenti del mondo togato non abbiano gli estremi per un'intervento di un'autorità giudiziaria. "L'esperto di cose del Colle - scrive Belpietro - spiegava che per quanto squallido e mortificante ciò che è emerso dai colloqui registrati fra le toghe è privo d di rilievi penali".

Belpietro ritiene che Mattarella dovrebbe intervenire

Riguardo alla non competenza da parte del presidente della Repubblica sulle vicende relative alla magistratura, Belpietro si pone in maniera polemica nei confronti del Corriere della sera, chiamato polemicamente Pompiere della sera. "Non c'era bisogno - prosegue - che l'ufficio stampa del capo dello Stato si scomodasse per informarci: sappiamo bene che il capo dello Stato non può punire una toga e nemmeno cacciarla - continua poi -Basterebbe che Mattarella aprisse bocca".

Secondo Belpietro, infatti, il presidente della Repubblica sarebbe dovuto intervenire sulla vicenda come fa per tutti i temi su cui esprime la propria opinione quotidianamente. "Un intervento del Colle - puntualizza Belpietro - sarebbe sufficiente a indurre i rappresentanti del Csm alle dimissioni di massa e a dunque a una nuova rappresentanza dell'organo costituzionale". Secondo il giornalista si tratterebbe di un passaggio necessario per ridare credibilità alla magistratura.