Alessandro Sallusti, ospite de L'aria che tira, ha commentato l'audio del giudice Amedeo Franco. L'ex membro della Corte di Cassazione, in una conversazione privata rivelata da Quarta Repubblica, aveva definito "plotone d'esecuzione" coloro i quali emisero nel 2013 la sentenza di condanna nei confronti di Silvio Berlusconi per il processo Mediaset. Un audio che fa discutere quello dell'ex magistrato. Circostanze, per le quali, Sallusti chiama in causa anche l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Sallusti parla di 'golpe'
Secondo Alessandro Sallusti quello che avvenne in quegli anni fu una commistione di poteri tale da richiamare circostanze politiche straordinarie."E' - evidenzia - un golpe.
Tutti i tasselli e gli indizi, in alcuni casi, le prove convergono sul fatto che quella condanna fu decisa a tavolino, in una commissione tra Politica, magistratura ed informazione". Un termine forte, che però viene sottolineato da Sallusti che ritiene Berlusconi una vittima del sistema. "Quando - spiega - si stravolgono i risultati elettorali attraverso delle manovre di palazzo in gergo tecnico: si chiama golpe".
Secondo il giornalista le parole dell'ex magistrato devono essere considerato attendibili, anche sulla base di alcuni precedenti. "In questo Paese - ha proseguito - abbiamo dato credito alle parole di pentiti mafiosi che avevano scelto i bambini nell'acido e su quelle parole abbiamo costruito processi ad una classe politica.
Siamo in presenza delle parole di un magistrato che quella sentenza l'ha fatta. E' un magistrato, non è un pentito di mafia".
Sallusti ricorda convocazione di Monti al Qurinale
"Quelle parole - prosegue Sallusti dovrebbero far sobbalzare sulla sedia tutti. Se uno fa la rassegna stampa dei giornali di stamattina, l'hanno buttata in vacca.
Vogliamo capire cosa è successo e su ordine di chi è successo quella cosa lì? Mi sembra un tema interessante, al di là di Silvio Berlusconi perchè c'è di mezzo la democrazia".
La circostanza porta Sallusti a tirare in ballo anche l'allora presidente della Repubblica. "Il dato di fatto - specifica - è che Giorgio Napolitano, oltrechè presidente della Repubblica, era il presidente il Csm.
In quella vicenda che riguardava il capo dell'opposizione, tre volte ex premier, magari un occhio di riguardo per le regole della libertà democratica ce lo mette".
Il ruolo di Napolitano non convince il giornalista anche in merito ad altre situazioni. "La manovra - prosegue - per destituire Berlusconi l'ha iniziata Giorgio Napolitano convocando al Quirinale Monti, Passera, De Benedetti per immaginare un governo alternativo a quello che era in essere di Berlusconi. Che Napolitano fosse interessato a far fuori Berlusconi dalla politica non è una supposizione, è un fatto. Non voglio accusare Napolitano di reati, ma politicamente non ce l'ha raccontata giusta su cosa successe in quei mesi ed in quegli anni".