I fatti legati alla pubblicazione degli atti, prima secretati, del Comitato tecnico scientifico fanno discutere. La stampa più critica nei confronti di Giuseppe Conte si è espressa con toni duri nei confronti del premier in relazione alla gestione dell'emergenza Coronavirus. Pietro Senaldi su Libero ha espresso critiche chiare nei confronti del capo del governo in seguito alla valutazione delle circostanze emerse con la la pubblicazione dei verbali del Cts.

Atti secretati: due motivi di attacco nei confronti di Conte

La parte critica della stampa attacca il presidente del Consiglio Conte essenzialmente per due aspetti.

Il primo è che il Cts aveva consigliato di chiusure differenziate per l'Italia in relazione alla gravità della situazione epidemiologica, ma il governo decise per il lockdown generale lo scorso 9 marzo. Direzione che è costata cara a livello economico, ma che per chi sostiene Conte e per alcuni specialisti medico-scientifici è servita ad avere oggi una situazione migliore ad altri paesi. L'altra è che non avrebbe avuto solerzia nel recepire i messaggi di gravità dei tecnici sulle situazioni di Alzano e Nembro. Circostanze descritte che, ovviamente, vanno narrate con il condizionale in attesa che vengano chiarite.

Senaldi pone in relazione la vicenda Conte-atti Cts con la Open Arms

"Conte - evidenzia - andrebbe processato anche per la gestione dissennata della pandemia".

Secondo il giornalista quanto sta venendo alla luce starebbero portando a capire, a suo dire, di "tanta ostinata resistenza nel desecretare" quei verbali del Cts. "Quei documenti sono un atto d'accusa direttamente alla persona del premier, unico responsabile della mancata zona rossa nei due paesi bergamaschi". Segnala, infatti, come già il 3 marzo sarebbe arrivato l'allarme da parte degli scienziati relativamente alla situazone critica di Alzano e Nembro, divenuti poi uno dei territori con il maggior numero di vittime e per i quali le misure arrivarono dopo qualche giorno che si iniziò a parlare di possibile 'zona rossa'.

"Oggi - attacca Senaldi - i nodi vengono al pettine e Conte recita la parte delle tre scimmiette". Quelle che, per intendersi, non vedono, non sentono e non parlano. La grande esposizione mediatica del presidente del Consiglio in quel periodo diventa un'aggravante nella visione del giornalista. "Decise di farsi ascoltare, parlare e decidere solo lui in tutta Italia, è giusto che sia identificato come l'unico oresponsabile".

Riguardo, invece, al lockdown disposto per tutta Italia, Pietro Senaldi lo inquadra come una decisione in cui il premier scelse autonomamente finendo per disattendere i consigli degli scienziati. Singolare è anche il parallelo con quanto avvenuto con la Open Arms e il conseguente processo autorizzato dal Senato nei confronti di Salvini. Il lockdown viene, infatti, definito dal giornalista come "una serrata totale" imposta anche dove non c'erano alti livelli di rischio epidemiologici e che, secondo Senaldi equivalsero ad "un sequestro di persona di massa". Si tratta dello stesso capo d'accusa per il quale è indagato il leader della Lega in relazione alla nave Ong. Tuttavia, il lockdown disposto dal Governo è, secondo Senaldi, fa si che "il divieto di sbarco dei profughi della Open Ars" sia al confronto e a suo avviso "una goccia nell'oceano".