Fabrizio Pregliasco torna a parlare di Coronavirus. Lo fa dai microfoni di La 7 e della trasmissione Omnibus. Il virologo dell'Università di Milano ha fatto il punto della situazione il giorno dopo il bollettino del Ministero della Salute. Quello che, per intendersi, parla di oltre 2500 nuovi casi e che descrive un livello di diffusione quotidiana del Sars-Cov2 che ha praticamente raggiunto i livelli di aprile. Pur sottolineando che la situazione è sostanzialmente diversa da quella fase per le capacità del sistema di intercettare gli asintomatici, Pregliasco ha messo in chiaro come questa sia una situazione attesa.

Oggi è dunque il momento, secondo il virologo, di prepararsi ad affrontare una situazione che potrebbe anche peggiorare sotto il profilo dei numeri, preparandosi anche a nuove ipotesi legate alle strategie di contenimento.

Omnibus: Pregliasco spiega la situazione descritta dal bollettino

Fabrizio Pregliasco non mostra sorpresa rispetto all'evoluzione dei numeri. La riapertura delle scuole e la ripresa delle attività post estate si sapeva avrebbero innescato un innalzamento dei contagi. Questa, però, non è una situazione d'emergenza. Il virologo sottolinea come la fase in essere andrebbe vissuta come momento per rafforzare la capacità di spegnere i focolai e, per la popolazione, di mantenere comportamenti adeguati alle norme anti-contagio.

"Dobbiamo preoccuparci - specifica Pregliasco - di finire in una situazione come la Francia e l'Inghilterra".

La spia rossa si potrebbe accendere nel momento in cui il sistema sanitario dovesse iniziare a vedere numeri in grado di mettere in difficoltà la sua ricettività .Oggi i dati sono clementi, ma bisogna stare attenti al trend.

"Se - evidenzia Pregliasco - andiamo a vedere il valore minimo di 50 persone in terapia intensiva a luglio, ora il valore si è quintuplicato. Lentamente e sistematicamente. L'accumulo di nuovi casi, giorno per giorno, ha evidenziato, in una quota percentuale bassa di casi, la necessità di un'azione e di un'assistenza intensa e più stringente".

"Questo - ha proseguito - è ciò che deve preoccuparci dal punto di vista organizzativo. All'inizio dell'epidemia riuscivamo a individuare solo la quota parte dei casi più gravi. I casi reali erano ben di più: sei, forse dieci volte tanto. Anche ora sono superiori, forse il doppio, però abbiamo la capacità di individuare gli asintomatici che sono quelli che garantiscono la catena di contagio".

Pregliasco rivela di essere stato bersagliato, ma il lockdown è una possibilità

Inevitabile, però,chiedersi se un peggioramento della situazione renderebbe inevitabili nuove chiusure. "Si tratta - afferma il virologo - di scelte politiche e abbiamo visto quante discussioni e opinioni da bar sono arrivate sulla chiusura.

Una scelta che, a mio avviso, è stata utile. Di fatto ha protetto dalla prima ondata il Centro Sud Italia".

C'è una parola che la popolazione in molti casi fatica a digerire. A farne le spese sono spesso i virologi che lo menzionano. "Sui miei social sono stato bersagliato - rivela il docente dell'Università di Milano - da persone che han detto che sono un menagramo".

E riguardo alla chiusura generale il punto di vista di Fabrizio Pregliasco è chiaro: "Un'ipotesi tra le tante azioni di contenimento e restringimento di quelle che sono le indicazioni di attenzione. La mascherina sempre quanto possibile e chissà magari anche dei lockdown nelle zone più a rischio".