Stando alla bozza del nuovo Dpcm che sarà in vigore dal 6 marzo l'ipotesi di un nuovo lockdown totale in Italia non è contemplata. Almeno non come misura omogenea. C'è, però, il rischio che l'inasprimento a livello territoriale delle singole restrizioni su regioni o province possa nel complesso portare a una stretta che allargandosi a macchia d'olio finirebbe per interessare tutto il Paese.

Il dato certo è che, ad oggi, c'è grande timore che l'effetto delle varianti possa in qualche modo portare a un'ondata di maggiore portata. Un evento che potrebbe mettere nuovamente in difficoltà il sistema sanitario.

Maria Giovanna Maglie: 'Ci stiamo dolorosamente incamminando verso un nuovo lockdown'

Nel corso della trasmissione di La 7 L'aria che tira la giornalista ed editorialista della Verità Maria Giovanna Maglie si è soffermata proprio su questo punto. Maglie sostiene che il clima è quello di un paese che, pure senza dichiarare una serrata totale, rischia di trovarsi passo dopo passo traghettato verso nuove chiusure. Con tutte le problematiche socio-economiche che ne derivano e da considerare prezzo da pagare per tutelare la salute collettiva.

Ad un anno dall'inizio dell'emergenza non è facile metabolizzare la cosa. Maria Giovanna Maglie ha spiegato che si tratta di nuovo della "stessa storia. È doloroso, desolante.

Sembra il giorno della Marmotta".

"Perché in realtà - ha proseguito la giornalista - parliamo soltanto concretamente di futuro lockdown un'altra volta. È verso questo che ci stiamo dolorosamente e rapidamente incamminando".

Le contromisure, come sottolineato dalla giornalista, sarebbero dovute essere le dosi di vaccino "anche solo per una prima ed unica dose", il potenziamento dell'assistenza "sul territorio per non intasare gli ospedali", "favorire terapie alternative" e "farla finita con i pregiudizi su alcuni vaccini", riferendosi a quelli russi e cinesi.

"Tutto questo - ha puntualizzato Maria Giovanna Maglie - non viene messo in campo".

Maglie su Draghi: 'Deve parlare; dire cosa stanno mettendo in campo'

Punti che - sempre secondo la visione di Maglie - avrebbero favorito un minore sovraccarico degli ospedali e verosimilmente una minore necessità di dover predisporre chiusure per limitare il rischio di contagio e l'aumento di ospedalizzati e persone intensiva.

Persino il dato relativo alla Sardegna zona bianca rischia di non poter essere salutato con giubilo. A maggior ragione in una regione che, per la sua spiccata vocazione turistica, ad un certo punto non potrà più avvalersi, ad esempio, del suo essere isola. "Se dovesse - ha evidenziato la giornalista - arrivare il turismo, di nuovo torni gialla, poi arancione, poi arancione scuro e poi rossa".

Tra il governo Conte 2 quello di Mario Draghi pare emergere uno stile comunicativo significativamente diverso. Il premier parla lo stretto necessario, ma oggi secondo Maria Giovanna Maglie avrebbe l'obbligo di chiarire sui punti che necessitano chiarimenti. "Draghi - ha evidenziato - ci deve dire e deve parlare. Deve parlare perché sennò da SuperMario a "Marzià scansate" non ci si mette niente in Italia. Deve dire cosa stanno mettendo in campo".