Il video pubblicato da Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro sta facendo discutere la Politica. Il fondatore del M5S difende senza dubbi e con veemenza mediatica il ragazzo accusato, insieme ad altri tre amici, di aver compiuto uno stupro nei confronti di una coetanea nella sua villa in Sardegna nell’estate di due anni fa. Grillo assolve il figlio, convinto che si sia trattato di una stupida ragazzata, non certo di una violenza sessuale. Una pioggia di critiche si abbatte sul comico genovese, accusato di maschilismo per aver messo in dubbio tempi e modi della denuncia fatta dalla presunta vittima.

Sulla vicenda interviene anche Alessandro Sallusti. Ospite di Quarta Repubblica su Rete 4, il direttore de Il Giornale insinua il dubbio che l’inchiesta sia prima stata rallentata durante i governi guidati dal “grillino” Giuseppe Conte. E ora, uscito anche Alfonso Bonafede dal ministero ella Giustizia, “perché questa roba accelera?”, si chiede Sallusti.

Il caso Grillo arriva a Quarta Repubblica

Nicola Porro chiede ai suoi ospiti di commentare il fatto che Beppe Grillo si sarebbe trasformato “da giustizialista a garantista”. Nel caso del presunto stupro commesso dal figlio, il fondatore del M5S sarebbe garantista perché “parla il padre e non parla più il politico”. Alessandro Sallusti replica premettendo che “qualsiasi padre difenderebbe il proprio figlio al di là di ogni ragionevole logica”.

Però il Grillo-padre, ricorda il giornalista, è anche il “leader di un partito che tiene in piedi questa legislatura, questo governo. E che ha fatto delle battaglie sul giustizialismo, quindi sul sospetto trasformato in legge, sul dileggio degli avversari, dell’insulto”.

Sallusti: ‘Grillo ripagato con la stessa moneta’

Sallusti cita anche il caso del figlio di Umberto Bossi, Renzo il "trota", contro il quale Grillo “ha detto delle cose pazzesche”.

In questo caso, però, sottolinea il direttore, il leader M5S “viene ripagato con la stessa moneta. Anche se è stata una moneta non spesa perché i giornali politicamente avversi a Grillo si sono tenuti a debita distanza” dal “dramma del figlio” senza voler “rigirare il coltello nella piaga”.

I dubbi sulla accelerazione del processo a Ciro Grillo

Ma è verso la conclusione del suo intervento che Sallusti lancia la sua stoccata. “Io sono forse depistato dal fatto di aver scritto il libro con il dottor Palamara (Il Sistema ndr). Grillo all’inizio di questo suo show dice "ma perché per due anni non me lo hanno arrestato, per due anni non lo hanno neanche messo ai domiciliari e poi improvvisamente...". Sallusti si chiede polemicamente quale sia “la differenza tra quello che era due anni fa il sistema politico-giudiziario italiano e oggi”. La risposta la fornisce lui stesso: “Allora c’era come presidente del Consiglio un grillino (Giuseppe Conte) e ministro della Giustizia un grillino (Alfonso Bonafede)”.

Secondo Sallusti “questa inchiesta che è fotografata nei filmati, non è che nell’arco degli anni hanno acquisito delle prove. Perché per due anni, con premier e ministro della Giustizia grillini nulla è accaduto?”. E perché, dopo il cambio di governo e l’uscita di Bonafede dal ministero, “improvvisamente questa roba accelera?”. A quel punto Nicola Porro interviene: “Stai dicendo una cosa gravissima”.