A New York è arrivato il giorno delle elezioni per il sindaco c’è molta incertezza sul risultato finale. Nessuno dei tre candidati arrivati fino a questo punto, Andrew Cuomo, Zohran Mamdani e Curtis Sliwa, ha alle spalle il consenso o la macchina elettorale che ebbero a loro tempo Rudolph Giuliani o Michael Bloomberg.

Andrew Cuomo è appoggiato dal presidente Trump

Andrew Cuomo è appoggiato dal presidente Trump e si è candidato come indipendente dopo aver perso le primarie nel Partito Democratico. Cuomo è un volto molto conosciuto in città, essendo stato Governatore dello Stato di New York tra il 2011 e il 2021.

La carriera di Cuomo ebbe uno stop improvviso in seguito alle accuse di violenza sessuale che lo costrinsero a dimettersi e sembrarono segnare la sua fine politica. Uno scandalo che ha sicuramente scalfito la sua immagine, ma non abbastanza da impedirgli di tornare in corsa per questo incarico dopo tre anni di saggio ritiro dalla scena pubblica. Le accuse sono state ritirate e la sua popolarità gli permette di correre senza l’appoggio di nessun partito: l’endorsement di Donald Trump potrebbe però essere un boomerang in una città che non apprezza l’attuale presidente degli USA.

Mamdani, giovane ousider

Se Cuomo è un volto famoso e un politico navigato con uno scandalo alle spalle, il suo sfidante Zohran Mamdani è tutto il contrario.

Sconosciuto fino a pochi mesi fa, giovanissimo (34 anni) e senza incarichi di rilievo nel passato. Fino a pochi mesi fa era solo un membro dell’assemblea statale del 36° distretto di New York, nel Queens.

Mamdani ha stravinto le primarie del Partito Democratico ed è anche il favorito per la vittoria finale secondo i sondaggi. A quanto pare il suo messaggio ha fatto presa sui newyorkesi, soprattutto sui giovani e sugli immigrati. Mamdani è musulmano e in campagna elettorale si è concentrato sui problemi della gente comune, riuscendo a portare dalla sua parte gran parte dell’elettorato progressista, desideroso di appoggiare un politico in grado di puntare su scelte radicali. Tra le sue proposte ci sono la creazione di supermercati pubblici per mantenere bassi i prezzi, il blocco degli affitti per 4 anni e la costruzione di case popolari.

Lo sceriffo Sliwa

Il terzo candidato, anche nei sondaggi, è Curtis Sliwa (71 anni), noto per essere il fondatore dei Guardian Angels, un gruppo di volontari che pattugliano le strade per renderle più sicure. Già candidatosi nel 2021, figura celeberrima in città, Sliwa si è concentrato nei suoi discorsi sul problema della criminalità e della immigrazione, chiedendo più agenti in città. Nonostante ciò, Sliwa non sarebbe riuscito a convincere gli elettori nemmeno stavolta, almeno secondo i sondaggi, che gli danno tra il 15% e il 17%.

New York è una città con un budget comunale di 116 miliardi di dollari e fare il sindaco è senza dubbio uno degli incarichi più complicati per un politico americano.

Il sindaco uscente, Eric Adams, ha un indice di popolarità così basso che non si è nemmeno ricandidato.

Il costo della vita, l’educazione, la criminalità e l’immigrazione sembrano essere i temi principali di queste elezioni: il candidato più “presidenziale” e pragmatico, Cuomo, è rimasto “azzoppato” dalle accuse di molestie sessuali del 2021, accuse che gli hanno fatto perdere il sostegno della maggior parte delle donne in città. Mamdani è il volto nuovo con proposte, sulla carta, moto audaci e tese ad aiutare il ceto medio-basso. Ma la sua giovane età e la mancanza di esperienza politica sono un punto di domanda importante. In quanto a Sliwa, nessuno crede davvero che possa farcela, ma la quantità di voti che riceverà potrebbe essere decisiva per il risultato finale degli altri due.

New York attenderà i risultati con il fiato sospeso. I seggi saranno aperti fino alle 21 (le 3 di notte in Italia) e non si dovrebbe attendere molto per conoscere i risultati.